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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2010 alle ore 18:36.
Più equità, crescita comune e lavoro: è la sfida che Pierluigi Bersani lancia al governo Berlusconi. Concludendo la festa del Pd a Torino, dedicata ad Angelo Vassallo, il sindaco ucciso nei giorni scorsi in provincia di Salerno, Bersani punta a far partire un «grande risveglio italiano». E spiega: «con la politica del "ghe pensi mì" non è arrivato nulla di buono, di concreto nella vita degli italiani, questa è un'idea deformata di democrazia». In quindici anni di berlusconismo, ha aggiunto, il premier ha accompagnato «lo scivolamento dell'Italia, ha favorito la disarticolazione del paese, il suo ripiegamento corporativo e oggi ne impedisce la riscossa».
Per Bersani, ora il premier deve rimettersi al Capo dello Stato e alle Camere ed è necessario «un breve governo di transizione con al primo punto una legge elettorale nuova». Dal canto nostro, ha proseguito, «costruiremo un nuovo ulivo per un'alleanza stabile» e se nei prossimi mesi avanzerà l'irresponsabile traccheggiamento di un governicchio «si aspettino da noi - ha rilanciato - un'opposizione durissima».
Bersani ha criticato anche la recente visita di Gheddafi a Roma. «Mentre abbiamo soldati che rischiano la vita in Afghanistan - ha detto - riduciamo una caserma dei
nostri carabinieri a un palcoscenico per il leader libico».
Parlando invece di politica economica, il segretario del Pd tende la mano al governo sul fronte della grande riforma fiscale: «siamo pronti a discuterne», ha spiegato, evidenziando di avere comunque una «nostra piattaforma» che consiste nello spostare il carico dal lavoro alle rendite finanziarie. «Non è possibile - ha detto Bersani - che l'aliquota del primo scaglione di un lavoratore sia più alta dei renditi da finanza e da patrimonio». E con un fisco più giusto, ha aggiunto, «si può fare equità, si può fare giustizia e si fa occupazione».
Bersani ha chiesto poi a tutti, governo in testa, di abbassare i toni. «C'è molta tensione in giro. Se un governo accende i fuochi chi li spegnerà? Attenzione!», ha sottolineato. Per quanto riguarda la Rai, il segretario del Pd ha auspicato che torni presto «un'azienda
libera». Ci impegneremo, ha aggiunto, «a sostenere le norme che abbiamo già presentato sul conflitto di interessi». Il Pd poi sosterrà anche le leggi contro l'omofobia e per attribuire la cittadinanza italiana ai figli degli stranieri che nascono in Italia. «Si cominci finalmente - ha detto Bersani - una politica per l'integrazione», e «si cominci dai figli degli immigrati», perchè oggi «i bambini che nascono ogni anno in Italia non sono nè immigrati nè italiani».