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Questo articolo è stato pubblicato il 15 settembre 2010 alle ore 08:04.
Il business bancario si stava già muovendo verso le famiglie e lo small business. Basilea 3, nonostante la ricaduta sul flusso di prestiti, aggiunge buone ragioni per staccarsi dagli alti e bassi dei mercati finanziari. Una dipendenza redditizia che aveva premiato (soprattutto all'estero) l'investment banking. Ora si ragiona su fonti di profitto non eclatanti ma stabili. E più garanzie.
Ad esempio una raccolta diretta consistente, frutto della fedeltà del cliente-famiglia, è stato un punto di forza degli istituti italiani nei mesi della crisi di liquidità dell'interbancario. Ben il 70% della raccolta diretta da clientela di Intesa Sanpaolo, a fine giugno, era frutto dell'attività delle filiali retail. Per gran parte dei gruppi domestici la posizione netta sul mercato dei prestiti fra banche è positiva o comunque equilibrata, rischi di sfiducia reciproca fra le banche possono essere gestiti con le forze proprie. Gioca a favore di un ritorno alle famiglie e allo small business un tasso di rischio ancora contenuto. La crisi economica sta colpendo duro, sofferenze e incagli stanno crescendo a due cifre eppure in un fronte caldo come quello dei mutui i tassi di sofferenza degli italiani si mantengono all'1,3-1,4 per cento. Tutti buoni motivi per spingere gli istituti ad accentuare il presidio retail e i due maggiori gruppi italiani si sono mossi in tale direzione. Anche se, con i tassi ai minimi, è un settore che rende poco. Probabilmente non aiuta a ridurre i costi fissi e mantiene alta la componente stabile della retribuzione rispetto a quella variabile.
Nelle stime di Prometeia (si veda il grafico) il peso specifico dell'attività con i privati resterà alto (superiore al 50% del margine di intermediazione) almeno fino al 2012 nonostante un parziale recupero del cliente-impresa. Mantenere i margini, in un contesto di famiglie in difficoltà e di maggior concorrenza non sarà facile. Basilea 3 produce più effetti. «Anche se è prematuro trarre conclusioni sugli impatti in termini di accesso al credito – dice Mauro Macchi responsabile Responsabile di Accenture Management Consulting – sicuramente rappresenterà una ulteriore spinta verso una maggiore attenzione alla qualità e al pricing. Retail, small business e private hanno bisogno di essere ridisegnati tenendo presente che prioritario è ancora il contenimento dei costi per tentare di difendere i margini. Tutte le banche tenderanno a diventare low cost, amplieranno l'offerta online che è ancora molto ridotta. Per non perdere per strada i clienti dovranno aumentare la trasparenza e collegheranno parte della remunerazione alla fedeltà del cliente. Semplicità, efficienza e reputazione del brand saranno ancora più di oggi elementi di competizione». Le banche hanno voglia di ritrovare utili per rimpinguare il patrimonio e se possibile da distribuire ai soci. «Rispetto ad altri mercati – aggiunge Macchi – gli istituti italiani mantengono politiche di prezzo poco differenziate, è possibile che la ricerca di margini di profitto passi per un pricing diverso. Le Pmi stanno diventando sempre più interessanti, nella convinzione che le imprese di dimensioni minori possano cogliere prima di altre gli accenni di ripresa. Notiamo che nelle attività di formazione vengono recuperate le figure dei gestori specializzati».