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Questo articolo è stato pubblicato il 15 settembre 2010 alle ore 16:57.
Da base militare Nato a nuovo aeroporto siciliano. È stato apposta questa mattina la firma del presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, al protocollo d'intesa per il trasferimento della proprietà del sedime aeroportuale di Comiso, per l'apertura dello scalo. Firma giunta solo dopo il riconoscimento dell'aeroporto come scalo nazionale, operazione che consente di mettere a carico dello Stato le spese di gestione per la sicurezza, il controllo della navigazione aerea da parte dell'Enav e i servizi antincendio dei Vigili del fuoco. Una delle richieste che Lombardo, leader dell'Mpa, aveva portato sul tavolo di Berlusconi la scorsa settimana, insieme all'istanza di aprire un casinò a Taormina («molto meglio che giocare clandestinamente o andare a Malta», ha detto Lombardo).
È pronto anche il decreto Difesa, Infrastrutture ed Economia che trasferisce materialmente dalla Difesa alla Regione la proprietà del sedime dell'aeroporto. Un girotondo che farà finire lo scalo in uso gratuito perenne al comune di Comiso, rispettando un'intesa del 2000 fra Stato e Regione, ottenuta dal comune in cambio dell'accoglienza dei kosovari.
Per ora ci sono tre milioni per i primi tre anni di copertura dei servizi Enav di controllo della navigazione aerea. «Poi si vedrà se c'è interesse – spiega il sindaco di Comiso, Giuseppe Alfano – noi siamo sicuri di arrivare oltre i due milioni di passeggeri». Per ora è prevista, ha spiegato il presidente dell'Enac, Vito Riggio, «una spesa fra i 500mila e i 700mila euro l'anno per le attività Enav, anche perchè inizialmente non ci sarà un'apertura h24». Mercoledì prossimo, ha sottolineato Riggio, ci sarà una riunione con la società di gestione per fissare un cronoprogramma che porti all'apertura dello scalo.
Il primo volo dovrebbe alzarsi la prossima estate. «Se l'aeroporto di Comiso fosse stato pronto durante la chiusura di Fontanarossa a causa della cenere lavica dell'Etna – ha detto il governatore Lombardo - il territorio avrebbe sofferto meno disagi. Un efficiente sistema aeroportuale è, infatti, vitale per l'economia e il turismo del territorio ragusano e dell'isola». Il sistema aeroportuale siciliano si avvale di due poli: per la Sicilia occidentale gli scali di Palermo (4,3 milioni di passeggeri nel 2009) e Trapani (poco più di un milione di passeggeri) in forte espansione, per quella orientale gli aeroporti di Catania (5,9 milioni di passeggeri) e Comiso. Poi ci sono gli scali di Lampedusa (187.952 passeggeri) e Pantelleria (136.860 passeggeri nel 2009).
E secondo il governatore siciliano la pista di Comiso potrebbe essere ampliata per consentire l'atterraggio dei grandi aerei, cosa per Lombardo «impossibile all'aeroporto di Catania, stretto com'è tra il mare e l'autostrada».
Un aeroporto pronto da tempo, costato circa 34 milioni di euro, sul quale si sono accumulati una serie di ritardi. Con il grosso problema che il sedime di Comiso era della Difesa, essendo nato come aeroporto del 41° stormo Catania, poi diventato dall'81 base militare Nato, dismessa negli anni Novanta. Già nel 2007 ci fu l'inaugurazione di fine lavori, con tanto di taglio di nastro e passerella dei politici. Ora la partenza sarà decretata dal primo volo operativo.
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