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Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2010 alle ore 08:02.
GLASGOW. Dal nostro inviato
Sul palco della spianata di Bellahouston Park lo aspetta Susan Boyle. Benedetto XVI in terra di Scozia, prima tappa del suo atteso viaggio in Gran Bretagna, ascolta le canzoni del "brutto anatroccolo" scozzese, che interrompe, davanti alle quasi 70mila persone convenute per la messa, la colonna sonora delle cornamuse che lo hanno accompagnato dal suo sbarco a Edimburgo. Ma nel viaggio aereo il Papa – parlando ai giornalisti - ha dato una nuova fortissima sferzata agli uomini di Chiesa sulla tragedia della pedofilia, che in terra inglese sta fomentando proteste e campagne mediatiche. Joseph Ratzinger ha riconosciuto che sulla vicenda dei preti pedofili «l'autorità della Chiesa non è stata sufficientemente vigilante, né sufficientemente veloce e decisa nel prendere le misure necessarie».
Un concetto da tempo chiaro, soprattutto dal viaggio in Portogallo di maggio, quando disse che il male nasceva dentro la Chiesa, sgombrando il campo da tutte quelle accuse di complotti mediatici o massonici. Benedetto XVI ha espresso per questo «grande tristezza», nel rispondere alle domande: «Ora siamo in un momento di penitenza, di umiltà e di sincerità come ho scritto anche ai vescovi dell'Irlanda. Dobbiamo realizzare un tempo di penitenza e di umiltà e dobbiamo rinnovare e reimparare una assoluta sincerità». Le «rivelazioni» sullo scandalo degli abusi «sono state per me uno shock, sono motivo di grande tristezza perché è difficile capire come questa perversione del ministero sacerdotale sia stata possibile».
Un viaggio accompagnato da tempo da timori di contestazioni, peraltro abbastanza limitate, anche per le imponenti misure di sicurezza: insomma, il Papa dice di «non essere preoccupato» perché la Gran Bretagna ha sì alle spalle una storia di anticlericalismo, ma anche di grande tolleranza. E aggiunge un messaggio-chiave di tutta la visita: «Oggi il Regno Unito si sforza di essere una società moderna e multiculturale. In questo compito stimolante, possa mantenere sempre il rispetto per quei valori tradizionali e per quelle espressioni culturali che forme più aggressive di secolarismo non stimano più, né tollerano più», ha detto il Papa nel palazzo Holyrood a Edimburgo, davanti alla Regina Elisabetta, incontrata per la prima volta. La Gran Bretagna «non lasci oscurare il fondamento cristiano che sta alla base delle sue libertà, e possa quel patrimonio, che ha sempre servito bene la nazione plasmare costantemente l'esempio del Suo governo e del Suo popolo». Parole salutate con calore dalla Regina, che nel discorso di saluto al Papa ha evocato la «comune eredità cristiana».