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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2010 alle ore 08:01.
LONDRA. Dal nostro corrispondente
In Chilterns street le tracce del blitz sono ormai impercettibili. Il passaggio davanti agli uffici di Veolia enviroment services è lo stesso di sempre, la camminata di chi incrocia la stazione di Paddington e lo snodo di Baker street per scendere verso il cuore di Londra, oppure muovere verso nord, verso Regent's Park a due passi dalla maggiore moschea della capitale, è veloce come ogni venerdì pomeriggio. La visita del Papa cambia poco, per i più non cambia nulla, quanto è avvenuto qualche ora fa in questa palazzina anonima, non interferisce con il rito, quello laico, del week end.
Eppure, Londra, ieri, ha vissuto una giornata strana che si è aperta con l'assassinio a coltellate di un rifugiato politico pachistano di primo piano, Imran Farooq, proseguita con il monito del capo dei servizi segreti sul rischio terrorismo nel paese, esplosa, all'alba, con il bltiz in questo angolo affollato della City of Westminster, borough centralissimo anche se proteso verso settentrione. Nel deposito di Chilterns street alle 5.45 sono stati arrestati cinque cittadini algerini di età compresa fra i 26 e i 50 anni, operatori ecologici come il politically correct impone di chiamare lo spazzino. Un sesto è stato preso qualche ora più tardi a casa. Sei dei seicento che Veolia impiega per tenere pulita Westminster, sei dei dodicimila che lavorano per la multinazionale dei rifiuti in Gran Bretagna. I loro nomi non sono stati rivelati, la missione per cui sono sospettati non è assolutamente certa. Basta il ragionevole dubbio. L'ipotesi è che sia una cellula terroristica di matrice islamica pronta ad attentare alla vita del Papa. È ipotesi che nessuno vuole esplicitamente confermare, nemmeno il portavoce Vaticano. «Abbiamo piena fiducia in Scotland Yard - ha detto padre Federico Lombardi - il programma non cambia». Parole a cui ha fatto eco il comunicato sibillino della Metropolitan police. «Gli arresti di oggi sono avvenuti in seguito a informazioni raccolte dai detective in base al Terrorism Act del 2000 per il sospetto di preparazione o istigazione a perpetrare azioni terroristiche. Dopo l'operazione le misure di sicurezza per la visita del Papa sono state riviste e appaiono adeguate».