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Verso il nuovo Dpef crescita 2011 all'1,5% e deficit al 3,9%

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Questo articolo è stato pubblicato il 19 settembre 2010 alle ore 08:01.


ROMA
Un documento «in chiave europea» che anticipa di fatto a livello programmatico le decisioni di finanza pubblica e di politica economica da assumere all'interno del «semestre europeo», periodo in cui si darà vita per la prima volta a una sorta di sessione di bilancio comunitaria. Il nuovo Dpef (ora si chiama «Schema di decisione di finanza pubblica») è in arrivo per fine mese, secondo quanto confermano fonti del ministero dell'Economia, dunque con un paio di settimane di ritardo rispetto al termine fissato dalla nuova legge di riforma della contabilità e della finanza pubblica. Il termine del 15 settembre, peraltro, non appare perentorio e il ritardo con ogni probabilità è giustificato dalla necessità di predisporre il nuovo quadro programmatico con tutti gli elementi a disposizione, compreso l'andamento del fabbisogno di settembre.
Stando a quanto emerge dalle prime anticipazioni, si va verso la sostanziale conferma del target dell'1% per quel che riguarda il Pil dell'anno in corso con il deficit stabile nei dintorni del 5% del Pil. Per il 2011 la crescita dovrebbe attestarsi all'1,4-1,5%, con il deficit che, per effetto della manovra correttiva biennale da 24,9 miliardi approvata dal parlamento alla fine di luglio, si ridurrà al 3,9-4 per cento. Il percorso delineato dalla «Relazione unificata» dello scorso aprile prevede che nel 2012 si scenda al 2,7% con la crescita che dovrebbe raggiungere quota 1,8-2 per cento. Quanto alla pressione fiscale, si viaggia per l'intero triennio attorno a una media del 42,5%, sostanzialmente in linea con la stima indicata nella «Ruef» e nel successivo aggiornamento del programma di stabilità inviato a Bruxelles. Per il 2011, la previsione si attesta attorno al 42,7 per cento. Margini ristretti, dunque, per la riduzione del carico fiscale che nel medio periodo il governo conta di affidare in prevalenza ai risultati attesi dal federalismo fiscale e dal controllo della spesa corrente.
Con la riforma, il nuovo documento diviene di fatto il più rilevante atto programmatico di finanza pubblica dell'autunno, poiché la Relazione previsionale e programmatica è stata soppressa. Il testo è costruito in linea con la nuova governance economica europea che partirà proprio all'inizio del 2010. Il percorso prenderà avvio in marzo, sulla base di un rapporto preliminare della Commissione, con indicazioni sui piani di rientro dai deficit e dal debito ma anche sul fronte delle riforme strutturali. Seguiranno le relative raccomandazioni in base alle quali i singoli Stati membri metteranno a punto in aprile i programmi di stabilità e convergenza, con le previste riforme, e in autunno le leggi di bilancio.

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Tags Correlati: Bruxelles | Comunione e Liberazione | Conti pubblici | Giulio Tremonti | Mezzogiorno | Pubblica Amministrazione | Stati Membri

 

Le linee programmatiche e le indicazioni sulle riforme strutturali puntano a dare corpo agli «otto punti» esposti dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti al meeting di Cl lo scorso 26 agosto, e poi reiterati successivamente in più occasioni, con in primo piano la «semplificazione di regimi e aliquote» fiscali da sostenere con interventi concreti diretti alle famiglie, al lavoro e alla ricerca. Poi la sicurezza, scuola e università, pubblica amministrazione, Mezzogiorno, piena attuazione del federalismo fiscale, la «scelta strategica» del nucleare.
Presentato il nuovo Dpef, per la finanziaria (ora si chiama legge di stabilità e sarà prevalentemente "tabellare", ha assicurato Tremonti) l'appuntamento è fissato al 15 ottobre. Stessa scadenza per l'approvazione del bilancio a legislazione vigente, mentre per la presentazione in Parlamento dei provvedimenti collegati alla manovra il termine è il successivo 28 febbraio.
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IL TESTO

Il nuovo documento
Lo «Schema di decisione di finanza pubblica» (ex Dpef) diventa di fatto il più rilevante atto programmatico di finanza pubblica dell'autunno, poiché la Relazione previsionale e programmatica è stata soppressa. Il testo è costruito in linea con la nuova governance economica europea che partirà proprio all'inizio del 2010.
La pressione fiscale
Secondo le stime, si viaggia per l'intero triennio attorno a una media del 42,5%, sostanzialmente in linea con la stima indicata nella «Ruef» e nel successivo aggiornamento del programma di stabilità inviato a Bruxelles. Per il 2011, in particolare, la previsione si attesta attorno al 42,7 per cento. Margini ristretti, dunque, per la riduzione del carico fiscale

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