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Questo articolo è stato pubblicato il 19 settembre 2010 alle ore 08:01.
LONDRA. Dal nostro inviato
Lontano dalle telecamere, come ha già fatto in tre precedenti viaggi (e una volta a Roma), ieri Benedetto XVI ha incontrato per oltre mezz'ora, in un clima che alcuni hanno definito «teso», cinque vittime di preti pedofili, ben quattro delle quali donne. Mentre nei locali della nunziatura – nell'elegante sobborgo di Wimbledon – il Papa, «commosso», rinnovava dolore e vergogna per le sofferenze causate, per le vie centrali di Londra sfilavano i contestatori di "Protest the Pope", stimati in 10mila, forse di più. E di pedofilia ha nuovamente parlato ieri Ratzinger, dopo che lo aveva fatto tre giorni fa nel corso del viaggio aereo, con il drammatico mea culpa sull'inerzia della Chiesa.
Le «immense sofferenze» causate dai preti pedofili alle loro vittime – ha detto nell'omelia della messa nella cattedrale cattolica di Westminster - fanno parte delle «prove e tribolazioni che ci sono nella vita della Chiesa» tra cui quelle dei «martiri di ogni tempo». Un accostamento fortissimo – e che specie in terra anglosassone fa particolare impressione visto l'impatto che le vicende hanno avuto - accomunato a quello di coloro i quali «ancora oggi soffrono discriminazioni e persecuzioni per la loro fede cristiana». Ha rinnovato il suo «profondo dolore» per le vittime dei preti pedofili, insieme a «vergogna e umiliazione», definendo gli abusi sessuali dei sacerdoti «inqualificabili crimini che hanno prodotto immense sofferenze». Parole attese, che ha ripetuto anche in un inedito incontro con le associazioni cattoliche impegnate nella protezione dei bambini. «Riconosco anche, con voi - ha aggiunto - la vergogna e l'umiliazione che tutti abbiamo sofferto a causa di questi peccati, vi invito a offrirle al Signore con la fiducia che questo castigo contribuirà alla guarigione delle vittime, alla purificazione della Chiesa e al rinnovamento del suo secolare compito di formazione e cura dei giovani».
L'accostamento tra le piccole vittime innocenti di abusi sessuali e i martiri cristiani di ogni tempo ha generato un fortissimo impatto mediatico, che il Vaticano ha cercato di smorzare. Martiri e vittime della pedofilia sono «profondamente distinti» ha precisato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, «i martiri soffrono e muoiono per la fede cristiana, le vittime di abusi soffrono, e terribilmente, ma non perché sono credenti, anche se possono partecipare al mistero della croce e possono essere invitati a vivere la loro sofferenza alla luce della croce. Sono due motivi di parlare di sofferenza e croce ma sono profondamente distinti».