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Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2010 alle ore 15:48.
«Ho quattro bambine, vanno tutte a scuola e spero che non si sposino mai. Se proprio devono, che lo facciano almeno a vent'anni». E Magdalena, che di anni ne ha 33, sistema con uno strattone l'orlo della borsa che sta cucendo. La numero dieci delle 500 che lei e la sua amica, collega e coetanea Nadja devono cucire per il teatro Kismet di Bari, insieme ad altrettanti portacellulari. Ma nel portfolio delle due sarte dell'"Antica Sartoria Rom" di Roma ci sono anche e soprattutto gonne con le balze, abiti per i bambini, corpini ricamatissimi «che non hai idea che figurone fanno sopra i jeans», sorride Magdalena.
Oggi ci sono soltanto loro nel laboratorio artigianale che dal 1997 fa moda gitana per i rom, ma non solo. La loro sede sulla via Nomentana, vicina al campo nomadi dove le signore vivono, si è allagata prima dell'estate. Hanno salvato macchine da cucire, forbici, fili e tessuti e ora sono ospiti nella sede di Rifondazione Comunista a due passi dalla basilica di San Giovanni, «dove trovi i rom che chiedono l'elemosina», osservano, e dai quali prendono decisamente le distanze.
Il busto in gesso di Lenin segue le loro mani veloci e un tomo del Capitale regge una stampella con un abito a fiori da bambina. Sono venute in Italia dalla Romania otto anni fa e da quattro lavorano nella sartoria, 6 ore al giorno per 500 euro al mese con eventuali straordinari e contratto a tempo determinato. Più un'orgogliosa riga con scritto "professione: sarta" sulla carta d'identità, italiana. «Facciamo abiti secondo il nostro stile tradizionale, ma anche secondo gli altri - dice Nadja – perché ci piacciono tutti».
In effetti appese ci sono giacche che sembrano pronte per una boutique di Jil Sander, tanto sono minimal e castigate, ma anche reggiseni che brillano di perline da sfoggiare nelle feste rom oppure gonne ricamate con virtuosismi tali da far invidia al pallio natalizio di un vescovo. Il tutto a partire da circa 50 euro. E poi modelli più costosi, come quelli per gli abiti da sposa tutti ricamati in perle di vetro (quello scelto dalla sorella di un assessore romano costa 3500 euro) e per i costumi teatrali: ne hanno cuciti per compagnie di Roma, Milano e Perugia e entro dicembre altri 30 dovranno essere pronti per essere spediti a un teatro del Nord.