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Ikea sbarca con i suoi negozi in India

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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2010 alle ore 18:13.

Il gruppo Ikea punta a raddoppiare nel prossimo triennio gli acquisti di prodotti dai paesi dell'Asia del Sud, fino a un miliardo di euro all'anno e sta facendo pressione affinché il governo indiano modifichi le rigide regole sugli investimenti esteri che bloccano l'apertura dei suoi magazzini. L'Ikea acquista già molti prodotti da circa 80 fornitori locali, come tessuti di cotone, tappeti, plastica, ma vorrebbe aggiungere anche coltelleria, pentole, piatti.

Il gruppo svedese è impaziente di aprire negozi in India, ma i regolamenti del paese impongono la creazione di joint venture con partner locali, limitando al 51% il tetto della partecipazione. Proprio per accelerare i tempi, la scorsa settimana il Ceo Mikael Ohlsson ha incontrato il ministro del Commercio indiano, Anand Sharma avanzando la richiesta di una modifica dei regolamenti perché, come riporta il Wall Street Journal, Ikea preferisce avere il più ampio controllo sulle proprie attività e il suo modello di business non prevede joint venture.

Il governo teme che i grandi magazzini possano danneggiare i piccoli commercianti locali. «Ma in un paese come l'India, con i suoi tassi di crescita (9% annuo) e il processo di urbanizzazione appena avviato - obietta Ohlsson - c'è una enorme richiesta di prodotti per la casa a basso costo. C'è spazio per tutti». Finora il governo non ha preso alcuna iniziativa e le ipotesi di apertura agli investimenti esteri in settori come il commercio al dettaglio, le assicurazioni e la difesa, sono rimaste solo sulla carta.

Ikea ha avuto un'espansione molto rapida sui mercati emergenti. In Cina ha già aperto 10 magazzini e altre aperture sono in programma a Pechino e a Shanghai. Nell'ultimo anno, il fatturato mondiale del gruppo è stato pari a 21,5 miliardi di euro, in 317 magazzini, sparsi in 38 paesi. In India il mercato delle vendite al dettaglio di prodotti di arredamento e attrezzature per la casa viene stimato 380 miliardi di dollari all'anno. Una grande opportunità. Il commercio organizzato rappresenta solo il 5%, il resto sono attività a conduzione familiare.

Ohlsson ha fatto presente al governo indiano che l'investimento dell'Ikea potrebbe creare decine di migliaia di posti di lavoro, non solo nei punti vendita, ma in tutta la catena di approvvigionamento. Il gruppo svedese intende comunque aumentare gli acquisti da fornitori locali, indipendentemente dalla realizzazione del progetto di apertura dei magazzini che, nel lungo termine, resta comunque l'obiettivo fondamentale. Nel frattempo l'Ikea ha già stanziato 125 milioni di euro nel prossimo quinquennio per sviluppare in India iniziative di tipo economico-sociale in collaborazione con Unicef e Save the Children, come ad esempio ridurre l'impiegno dell'acqua nella coltivazione del cotone, o eliminare il lavoro infantile. (Amb.)

Tags Correlati: Asia | Esercizi commerciali | Ikea | Mikael Ohlsson | UNICEF

 

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