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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2010 alle ore 21:41.
Tempo di bilanci per le due Camere. Questa sera è arrivato il sì al conto economico interno sia di Montecitorio che di Palazzo Madama. È toccato ai questori del Senato illustrare le linee guida della propria condotta economica dopo che già la Camera aveva esposto le proprie ieri sera. Al presidente del Senato Renato Schifani le considerazioni finali: «Un punto va ribadito con forza: pur in un'ottica di sobrietà, di risparmio e di trasparenza, gli eletti vanno posti in condizione di operare con dignità e in modo efficace. No quindi a derive qualunquiste che mascherano a fatica il proprio fondo antidemocratico».
Il capitolo delle entrate per il 2010 è previsto immutato rispetto al 2009: le poste in bilancio sono pari a 594.500.000,00. Ma sul lato delle spese, nonostante gli sforzi di contenimento (crescita zero della spesa nel bilancio di previsione per il 2010 e un taglio di 35 milioni di euro da conseguire nei bilanci del prossimo triennio), c'è ancora un capitolo che registra un incremento percentuale consistente: le spese per le retribuzioni del personale impiegato a Palazzo Madama. Segretari, consiglieri, assistenti, commessi peseranno sulle casse interne per 156.541.607 euro. Un milione e mezzo di euro in più rispetto al 2009.
In crescita anche gli esborsi per il personale non dipendente, così come la voce relativa al "trattamento pensionistico del personale in quiescenza", che arriva a 92 milioni di euro. Tre milioni di euro saranno impiegati per pagare le consulenze di cui si avvale il consiglio di presidenza, i presidenti delle commissioni o le giunte parlamentari. Più pingue anche il contributo versato ai gruppi parlamentari (da 37.350.000 euro a 38 milioni). La parte più "succulenta" è quella relativa alle voci di spesa corrente: 2.848.000 euro alle spese per il cerimoniale e la rappresentanza (in crescita di 10mila euro rispetto al 2009); quasi tre milioni di euro impiegati per «studi, ricerche, documentazione e informazione»; oltre dieci milioni di euro sono a disposizione della comunicazione istituzionale, perché - si legge nelle «Linee guida dell'azione amministrativa per l'esercizio finanziario 2010» - saranno «potenziati gli strumenti di informazione e comunicazione tendenti a migliorare la conoscenza delle attività del parlamento» e ci saranno attività «coordinate con quelle svolte da altre istituzioni per i 150 anni dell'unità d'Italia».