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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2010 alle ore 18:55.
In un caso si tratta di una proposta di legge di ambito circoscritto, nell'altro di un progetto di ben più ampia portata, per ora confinato ai comizi e ai lanci d'agenzia fatti con il piglio di chi è sicuro di una raffica di controrepliche polemiche. Ma l'obiettivo della Lega Nord, protagonista di entrambe le iniziative, è uno solo: porre al centro dell'attenzione, un po' in solitaria, il tema del decentramento istituzionale come orizzonte del federalismo e arrotondare il dibattito su Roma Capitale.
Della proposta di legge, depositata in commissione Affari Costituzionali della Camera, è primo interprete il capogruppo del Carroccio a Montecitorio, Marco Reguzzoni, deputato varesino che è parte integrante del cosiddetto "cerchio magico" di Umberto Bossi. Reguzzoni, primo firmatario di una proposta che ha ricevuto anche qualche firma bipartisan da parlamentari del Pd, di Futuro e libertà per l'Italia e dell'Udc, chiede che vengano trasferite a Milano le sedi centrali della Consob (che già ha una sede secondaria nel capoluogo lombardo) e dell'Antitrust. Infatti se la Borsa è a Milano, sostengono i firmatari, non ha senso che le due Authority abbiano i loro uffici principali a centinaia di chilometri di distanza.
Più ambiziosa e più controversa la proposta di cui si sono fatti portatori molti dirigenti della Lega, dallo stesso Bossi a Roberto Calderoli, che in questo caso non parlano da ministri ma da militanti in camicia verde. La Lega chiede, in prospettiva, di spostare le sedi di molti ministeri da Roma a sedi più periferiche. E alcuni hanno anche formulato degli esempi. Per il ministero dell'Industria quale città migliore di Torino? Poi a Milano il dicastero delle Finanze, a Venezia quello del Turismo, a Bologna quello dell'Università, a Firenze i Beni culturali.
Se per il Nord, in questi scenari evocati a più riprese dai dirigenti del Carroccio, si cerca di far sposare eccellenze o tradizioni delle varie città con il ministero affine, diverso pare il discorso per il Sud del paese. Calderoli ha dichiarato di veder bene una nuova collocazione del Viminale a Palermo o a Reggio Calabria, del ministero dell'Ambiente a Napoli e di quello della Sanità in Calabria. Come se le "assegnazioni" per le regioni meridionali si dovessero basare, al contrario di quelle proposte per le città del Centro-nord, sul meccanismo del "tappa la falla là dove fa più acqua". O forse si tratterebbe di far sentire più forte la presenza dello Stato proprio in quelle aree dove ce n'è più urgente bisogno.