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Napolitano: investire nella scuola

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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2010 alle ore 08:01.


Roma
L'anno scolastico inizia con «l'Italia unita»: è la risposta che Giorgio Napolitano manda al sindaco di Adro (Bs) Oscar Lancini finito sugli scudi in questi giorni per aver tappezzato la nuova scuola pubblica del paese con centinaia di simboli leghisti. «Abbiamo voluto che la cerimonia di apertura del nuovo anno si svolgesse a Roma, al Quirinale, nel Palazzo Reale di Napoli e nella Reggia di Venaria a Torino, tre realtà di quell'Italia unita in cui crediamo e di cui nel 2011 festeggeremo il centocinquantesimo anniversario», ha detto il presidente della Repubblica, ricevendo un lungo applauso dagli insegnanti e dai 3mila studenti di tutt'Italia presenti ieri alla cerimonia, assieme al ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini.
Napolitano ha ricordato come la scuola «debba rappresentare per tutti un luogo di incontro e di integrazione» e ha esortato i giovani di ogni nazionalità a «studiare», sapendo che «non è sempre un divertimento e comporta fatica», mentre alle famiglie ha rivolto l'invito a stabilire rapporti «di fattiva collaborazione con gli insegnanti per evitare ritardi e lacune poi difficili da colmare».
Napolitano ha parlato anche di risorse, ribadendo con chiarezza il suo pensiero: il rigore dei conti pubblici è necessario, ma non può privare la scuola e la ricerca dei fondi necessari per svolgere le loro specifiche funzioni, che rappresentano comunque «una priorità». Il punto, ha spiegato il capo dello stato, è che bisogna «riformare con giudizio e non solo allo scopo di raggiungere buoni risultati complessivi. Se vogliamo che la scuola funzioni come un efficace motore di uguaglianza e come un fattore di crescita, bisogna che si irrobustisca». Negli ultimi decenni in Italia, ha proseguito Napolitano, l'istruzione ha fatto «notevoli passi avanti anche in termini di percentuale di diplomati e di laureati». Siamo più vicini alla media dei paesi sviluppati e stiamo «correndo più in fretta di altri - ha ricordato - ma non abbiamo raggiunto i paesi più avanzati». Di qui l'invito a «colmare la distanza» perchè l'istruzione «è una risorsa cruciale per affrontare una dura competizione globale».

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Al governo e al parlamento, il presidente della Repubblica, ha chiesto quindi di avere «uno sguardo lungimirante», di pensare al contesto mondiale in cui l'Italia e l'Europa dovranno muoversi nel futuro, nel quale «sarà essenziale il livello di istruzione e formazione raggiunto». La ricetta proposta da Napolitano passa per tre punti fondamentali: «più qualità, rapporto più stretto tra istruzione e mondo del lavoro, maggiore spazio alle competenze necessarie nelle società contemporanee».
Parole condivise da Mariastella Gelmini che ha ricordato le «tante novità» in arrivo quest'anno, soprattutto sul fronte della riforma delle superiori, che, secondo il ministro, «punta a combattere la dispersione scolastica e la disoccupazione giovanile». Critico invece il giudizio dell'opposizione. Per la capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, Manuela Ghizzoni, «il governo farebbe bene ad ascoltare le parole del capo dello stato, già per esempio - aggiunge - nel corso dell'esame della riforma dell'università in discussione alla Camera, ripristinando il miliardo e 350 milioni di euro che mancano all'appello per gli atenei solo per il prossimo anno».
Nel corso della cerimonia Napolitano ha ricordato il sindaco di Pollica (Sa), Angelo Vassallo barbaramente ucciso «per aver voluto fare una buona politica, quello che la politica dovrebbe essere sempre», ha aggiunto.
Napolitano ha concluso il suo intervento parlando di merito e valorizzazione dei precari: «Serve elevare la qualità dell'insegnamento, motivare i docenti, chiedere che abbiano un'adeguata formazione», ha detto. Ma per far questo «occorre investire». In passato non lo si è fatto abbastanza e si sono prodotte situazioni pesanti. Ora serve cambiare passo, puntando soprattutto a «qualificare e riqualificare coloro che aspirano a una assunzione a tempo indeterminato».
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