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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2010 alle ore 09:16.
MILANO
Una "fattoria sociale" per accogliere madri in difficoltà e dare loro una chance di recupero. E un laboratorio didattico, per formare giovani alla pace, discutere di politica e diritti sociali. È la Fondazione Sasso di Maremma (Grosseto) l'istituzione a cui andranno 2 milioni – dei 40 di buonuscita – che Alessandro Profumo ha scelto di dare in beneficenza. Il podere di Sasso (40 ettari, molti coltivati a vigna e ulivi) è una costola indipendente da un punto di vista giuridico della Casa della Carità, fondata e diretta a Milano da Virginio Colmegna, sacerdote da sempre vicino all'ex ad di Unicredit . «Sasso di Maremma è innanzitutto un'oasi di spiritualità» spiega Colmegna. «Un luogo dove riflettere sulla città al riparo dai suoi rumori di fondo. Per poi tornare a lavorarci». Da queste riflessioni, a cui lo stesso Profumo ha partecipato fin dalla nascita del progetto, è nato il volume Etica della cura (Saggiatore), presentato proprio ieri al Festival della spiritualità di Torino. Un altro arriverà a breve su fede e impegno politico con il contributo, tra gli altri, di Romano Prodi.
Ma Sasso di Maremma ambisce a diventare anche una nuova Barbiana, sulle orme di don Milani. «Insegneremo ai giovani il linguaggio del documentario per raccontare il disagio delle città e le vie possibili di coesione sociale». Percorsi di educazione alla comunicazione – in collaborazione con la regione Toscana – sui temi dell'immigrazione, delle nuove povertà, della famiglie multietniche, del disagio psicologico. «Pace e diritti» sintetizza Colmegna. Quale il ruolo di Profumo in tutto ciò? «Alessandro lo ha visto nascere. Lo porteremo avanti insieme».
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