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È urgente il varo del piano regionale che gli enti locali si devono impegnare ad attuare

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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2010 alle ore 09:53.

Alla vigilia della terza notte insonne, l'assessore all'Igiene ambientale del Comune di Napoli, Paolo Giacomelli, continua a sopravvivere con due cellulari perennemente appiccicati alle orecchie e un terzo che squilla a vuoto. Due dati biografici: 52 anni, ex direttore all'Igiene urbana a Roma ai tempi di Veltroni, e prima ancora professore a contratto di Economia aziendale all'Università dell'Aquila. Da 18 mesi occupa la poltrona più incandescente di palazzo San Giacomo.

Le ultime 72 ore sono state interminabili. Il vento è girato in direzione favorevole solo nella tarda mattinata di ieri, quando i dipendenti di Enerambiente sono usciti a ripulire le strade utilizzando i mezzi danneggiati nel raid dell'altra sera. Giacomelli si stiracchia sulla poltrona e sorride: «Stanotte torneranno in servizio gran parte dei 68 autisti degli auto-compattatori che per solidarietà con i precari licenziati non si erano presentati al lavoro. La spedizione punitiva dell'altra sera nel deposito di Napoli Est ha sancito la spaccatura netta tra i facinorosi e tutti gli altri lavoratori: solidarizzare è un conto, avallare comportamenti violenti un altro».

Assessore, non teme che le notizie drammatiche di questi giorni stiano terrorizzando le tre ditte liguri che si occuperanno della raccolta dei rifiuti nel centro storico a partire dal primo novembre?
Sono aziende serie, non c'è il rischio di alcun ripensamento. Hanno già ordinato i nuovi mezzi e dalla notte del 31 ottobre saranno puntualmente al lavoro utilizzando parte dei 400 dipendenti di Enerambiente che si spalmeranno nei cinque lotti più uno (quello dell'Asìa, la ex municipalizzata, Ndr) in cui è suddivisa Napoli.

Anche lei pensa che nell'azione intimidatoria dell'altro ieri sera ci sia la longa manus della camorra?
Mi pare che la modalità si presti a questa interpretazione. Saranno gli inquirenti, sulla scorta delle indagini in corso, a spiegarci la genesi di un'azione inaccettabile.

È vero che le discariche di Chiaiano e Terzigno sono aperte solo cinque, sei ore a notte e che i mezzi del turno diurno sono costretti ad aspettare ore prima di scaricare?
È cosi. I quartieri dove insistono le discariche sono densamente popolati e durante il giorno il via vai di camion comporterebbe forti disagi. In questo momento (sono le ore 17, Ndr) ci sono 60 compattatori pieni di spazzatura che attendono l'apertura delle discariche prevista per le dieci di sera. Mezzi, com'è facile intuire, inutilizzabili per un secondo turno. Se potessero liberarsi rapidamente del primo carico, potrebbero immediatamente tornare in servizio. Vincoli pesanti che ci stanno spingendo a ricercare alternative allo smaltimento in discarica.

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Tags Correlati: Asìa | Guido Bertolaso | Luigi Cesaro | Paolo Giacomelli | Rifiuti | Roma (squadra) | Terzigno | Università degli studi dell'Aquila

 

Guido Bertolaso è infuriato con Luigi Cesaro, il presidente della Provincia di Napoli, che ha detto pubblicamente di essere contrario all'apertura della seconda discarica a Terzigno. Lei che pensa?
Di veti e controveti è fatta la tragedia dei rifiuti napoletani. È indispensabile che si rediga al più presto un piano regionale dei rifiuti e che gli enti locali s'impegnino ad attuarlo. Basterebbe prendere a modello i piani regionali della Liguria o della Lombardia. Non c'è nulla da inventare.

E il nuovo termovalorizzatore di Napoli Est? Lì siete responsabili voi del Comune. Perche tanto ritardo?
Abbiamo costituito nei tempi previsti la società di scopo Napoli energia ambiente (Neam) e redatto la bozza del bando di gara. Dal marzo del 2009 aspettiamo invano il passaggio dei terreni dalla Regione all'Asìa. Bertolaso poteva espropriare i terreni con i poteri che gli ha conferito il governo ma non l'ha fatto. La delibera regionale sull'assegnazione dei terreni è stata partorita dalla Giunta regionale il 4 agosto e pubblicata sulla Gazzetta regionale in settembre.

Raggiungerete l'obiettivo del 35% di differenziata entro la fine di quest'anno, come prevede la legge per tutti i comuni campani?
Impossibile. Non siamo neppure al 20%. Quello è un traguardo realistico per l'autunno 2011.

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