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La chiave di volta è nella formula «beneficial owner»

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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2010 alle ore 08:02.


ROMA
Procedura d'indagine anomala, motivazioni atipiche. Gli esperti in materia di società offshore e di operazioni transitate in paradisi fiscali, per blindare l'anonimato, non nascondono che anche loro faticano a districarsi nel giallo di Saint Lucia.
La lettera del ministro della giustizia è caratterizzata da contenuti altamente tecnici ed è stata scritta da chi conosce bene questo tipo di complessità, viene riconosciuto da avvocati specializzati in questo campo: tuttavia, si considera "insolita" l'assenza della Guardia di Finanza, del ministero delle Finanze o dell'Agenzia delle entrate locali. Anomalo anche il motivo dell'investigazione, che non può essere solo riconducibile alla cattiva pubblicità sulla piazza finanziaria di Saint Lucia.
L'operazione descritta nella lettera, sostengono gli esperti contattati da Il Sole 24 Ore - prevalentemente avvocati d'affari - che hanno preferito mantenere l'anonimato, «è tipica di chi non vuole apparire: ci si nasconde dietro mandatari fiduciari che operano in proprio nome per l'anonimato». Altro dettaglio non trascurabile è il riferimento a Tulliani come «beneficial owner» e non come azionista della società o legal owner: la formula del proprietario beneficiario però si utilizza maggiormente quando la persona coinvolta mira a far seminare le proprie tracce.
Quel che non torna, stando a pareri di esperti legali in società offshore, è perchè sia intervenuto il ministero della Giustizia e sia stato informato dei fatti il primo ministro. Una procedura insolita, anomala. Nella norma, gli accertamenti scattano per l'antiriciclaggio, per la lotta all'evasione o elusione fiscale: le indagini sono eseguite dalle autorità preposte e vengono applicate procedure standard. In questo caso, invece, il ministero è quello della Giustizia.
Altro aspetto. Nei paradisi fiscali che, come Saint Lucia, entrano nella white list dell'Ocse, le banche e gli intermediari sono obbligati a trascrivere i nomi dei soci delle società alle quali viene intestato un nuovo conto "anonimo": perchè si deve poter attingere a queste liste nel caso di richiesta di informazioni nell'ambito dei nuovi trattati contro la doppia imposizione e lo scambio di informazioni, in base alle normative sull'antiriciclaggio o la lotta all'evasione fiscale. Tulliani però non è un socio diretto, azionista shareholder o "legal owner" delle società che si sono occupate della compravendita immobiliare ma è un "beneficial owner". La lettera, stando agli esperti, sembra voler dire: «anche se il nome di Tulliani non è scritto sui libri sociali, l'appartamento è comunque suo».

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Tags Correlati: Arcipelago delle Antille | Guardia di Finanza | Italia | Ministero della giustizia | Ministero delle Finanze | Ocse | Reati

 

A far scattare l'indagine, non pare sia stata una richiesta formale delle autorità fiscali ma un quesito informale, che potrebbe essere stato presentato tramite ministeri di paesi diversi. E questo spiegherebbe l'anomalia della procedura. La lettera inoltre sembra avere uno scopo unicamente conoscitivo e secondo gli esperti legali non potrebbe essere usata come prova in una procedura formale. Tuttavia, la missiva potrebbe rappresentare una notizia di reato: le autorità fiscali o giudiziarie partendo da questo indizio preliminare potrebbero aprire un'indagine a carico di nessuno, per fare accertamenti su ipotesi di riciclaggio o evasione fiscale.
La curiosità degli esperti è quindi di natura tecnica: i loro dubbi e interrogativi non riguardano solo Tulliani: chi ha firmato l'atto di acquisto dell'immobilie e dove? A quali leggi è soggetto l'atto? Chi è il vero mandante dietro la richiesta di questa indagine, che si svolge tra il ministero della Giustizia e la presidenza del consiglio di Saint Lucia? Perchè non sono intervenute le autorità fiscali e giudiziarie?
«Saint Lucia non è la Svizzera ma l'incompetenza è eccessiva - commentava ieri un avvocato che si è occupato dei tre scudi fiscali -. L'esistenza stessa e la divulgazione di questa lettera è un vero autogol per l'affidabilità di questo centro offshore».
isabella.bufacchi@ilsole24ore.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L'ACCORDO

«White list»
Lo scorso maggio lo Stato di Saint Lucia è stato "promosso" entrando nella lista bianca dell'Ocse. Assieme ad altri due paesi dei Caraibi, Dominica e Grenada, Saint Lucia ha soddisfatto i requisiti imposti dall'Ocse, sottoscrivendo 12 accordi bilaterali con Stati controparte, per lo scambio di informazioni: tra i quali non c'è l'Italia. Si tratta di nuovi accordi di collaborazione più stringenti rispetto al passato, per combattere l'evasione fiscale e il riciclaggio di denaro sporco nei paradisi fiscali: aprono la strada alla divulgazione di informazioni anche di carattere fiscale, come richiesto dalle autorità del paese controparte dell'accordo
Convenzione
L'Italia non ha ancora firmato un nuovo accordo contro la doppia imposizione con Saint Lucia. Tuttavia se le autorità italiane dovessero richiedere informazioni per contrastare l'evasione e l'elusione fiscale, le autorità santaluciane potrebbero decidere di collaborare

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