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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2010 alle ore 17:19.
In piazza è scesa la gente, le istituzioni, il mondo del volontariato e dell'associazionismo. Senza simboli di partito ed appartenenze, ma con l'unico obiettivo, ben chiaro sin dall'inizio, di dire «no» al tentativo della criminalità organizzata di condizionare la vita civile di un'intera regione. Con questo spirito, a Reggio Calabria, circa quaranta mila persone (nonostante le incerte condizioni meteo), secondo gli organizzatori, hanno sfilato questa mattina sotto lo slogan «No 'ndrangheta».
Una manifestazione lanciata nei giorni scorsi dal direttore del «Quotidiano della Calabria», Matteo Cosenza, come reazione tangibile all'ennesima intimidazione nei confronti del procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro. La bomba fatta esplodere sotto la casa del magistrato (ultima di una serie di intimidazioni, seguita la scorsa notte da alcune telefonate minatorie) ha creato sdegno nella popolazione calabrese, così un corsivo dello stesso direttore ha dato il via all'idea. «Tutti a Reggio», è stato l'invito lanciato e raccolto da tantissima gente, con oltre seicento adesioni giunte al quotidiano calabrese. Al punto da avere messo in piedi forse la più grande manifestazione contro le 'ndrine mai registrata in Calabria.
«La manifestazione della gente», l'ha definita Antonella Dodaro, amministratore delegato della società che edita il «Quotidiano». E così è stato. Nonostante le scuole siano rimaste aperte (molti erano stati gli appelli a sospendere le lezioni per un giorno, ultimo quello del presidente della Commissione parlamentare antimafia, Giuseppe Pisanu, raccolto dal minsitro della Pubblica istruzione, Maria Stella Gelmini), migliaia di studenti hanno scelto Reggio per sfilare contro la criminalità.