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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2010 alle ore 08:02.
PALERMO
In Sicilia ci si sente più sicuri e cresce la voglia d'impresa. Coloro che si sentono in condizione di aprire una nuova azienda, a settembre, risultano infatti più numerosi che nel resto d'Italia, oltre il 50 per cento. È il risultato di una ricerca dell'Istituto Piepoli relativa alla Regione Sicilia, su un campione rappresentativo della popolazione residente di duemila casi. Si è rafforzato anche il numero di coloro che si sentono protetti dalle forze dell'ordine: l'85%, e di quelli che si sentono sicuri nel Comune e nel quartiere di residenza: il 74%.
L'Istituto Piepoli segnala che un numero «non marginale» di intervistati ha indicato come artefice di questo cambiamento Confindustria Sicilia, con Ivan Lo Bello e Antonello Montante. Secondo l'istituto, la ricerca mostrerebbe che la Sicilia e, in particolare la Provincia di Caltanissetta, capofila di questo risveglio, si trova ad «attraversare un momento di evoluzione positiva» e lancia un messaggio forte agli italiani e alle altre regioni europee grazie a questa «accentuata propensione dei siciliani ad aprire nuove industrie e nuovi commerci».
«In Sicilia la situazione migliora in termini di immagine», è il commento di Nicola Piepoli. Per il presidente dell'istituto di ricerca, «i miglioramenti sono marginali ma ci sono ed esce un'immagine per cui uno andrebbe in Sicilia ad avviare un'impresa». «È evidente – commenta Lo Bello – che emerge un grande senso di fiducia. Il grande problema è che questo sentimento va rafforzato con una grandissima azione di semplificazione normativa perché oggi il vero ostacolo a un aumento degli investimenti in Sicilia è rappresentato dalla vischiosità della macchina burocratica».
Soddisfatto anche il vicepresidente vicario di Confindustria Sicilia e presidente Confindustria Caltanissetta, Antonello Montante: «Il riconoscimento nei confronti dell'operato svolto da Confindustria Sicilia è la prova del fatto che abbiamo lavorato affinché tutti potessero sentire il beneficio della legalità e allo stesso modo che tutti i nostri territori potessero essere riaccreditati grazie al nostro costante impegno di marketing territoriale». Il delegato per i rapporti con le istituzioni preposte al controllo del territorio di Confindustria sottolinea: «Noi abbiamo fatto degli studi dai quali abbiamo rilevato come la costante negativa nei mancati sviluppi economici e imprenditoriali fosse sempre stata la pesante presenza dell'illegalità. Abbiamo pertanto dimostrato come si possa parlare di convenienza economica e spinta per lo sviluppo realizzando su altri territori quello che è oggi il modello Caltanissetta. Abbiamo lanciato le linee di un piano industriale che rende la Sicilia e in modo particolare Caltanissetta al centro della stessa un polo di attrazione per tutti gli investimenti».