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Epifani apre la porta al dialogo

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 settembre 2010 alle ore 08:01.

Prove di disgelo tra i sindacati, per tentare di ricucire dopo la rottura con la Cgil sull'accordo quadro sugli assetti contrattuali del 2009. Anche Cisl e Uil aprono, accogliendo la proposta di Confindustria di fare alla presenza di tutte le sigle un "tagliando" al nuovo modello.
Dal palco del convegno di Confindustria, pur con una certa cautela, Guglielmo Epifani ha espresso disponibilità a riprendere il dialogo e, nel ricordare che «dall'inizio della crisi la Cgil ha firmato 12mila accordi», ha rilanciato: «Bisogna innovare il sistema contrattuale, l'accordo di 2 anni fa non ha avuto abbastanza coraggio sul secondo livello. Servono contratti nazionali più grandi – ha detto – inclusivi di settori che si modificano, con norme meno prescrittive per l'inquadramento e l'orario in modo da lasciare più spazio alla contrattazione aziendale».

Su un'altra priorità indicata da Epifani – «non vogliamo deroghe ma regole» – tuttavia le posizioni restano più distanti.
Un altro terreno per la ripresa del dialogo è la rappresentanza e democrazia sindacale: «C'è bisogno di un accordo tra le parti che possa contare su un sostegno legislativo – ha aggiunto Epifani – per sapere esattamente quanto pesa un'organizzazione, affinché sia certificato in modo trasparente il mix tra voto e iscritti». Epifani è favorevole al referendum con esito vincolante: «Quando si fa un accordo aziendale si mette la responsabilità della firma e bisogna chiedere ai lavoratori di sostenerla – ha continuato. – Una volta che i lavoratori hanno deciso, è giusto chiedere a un sindacato che non condivide l'intesa di rispettare il voto dei lavoratori».
D'accordo con il riavvio del dialogo è Raffaele Bonanni, che ha commentato l'iniziativa di Confindustria, la quale convocherà anche la Cgil al tavolo sulla produttività il 4 ottobre: «L'Italia ha bisogno di riprendersi, e per riprendersi ha bisogno del concorso di tutti». Ma il segretario generale della Cisl non ha risparmiato una stoccata al sindacato di Epifani sottolineando che «finora gli appelli sono stati numerosi e nessuno si è presentato», se «c'è qualcosa di nuovo è importante che si manifesti subito», in ogni caso «il convoglio va avanti». Comunque Bonanni si è detto «preoccupato per la deriva presa dalla Cgil e non certo dal fatto che possa tornare indietro». Con Susanna Camusso, la quale con ogni probabilità all'inizio di novembre sarà la futura segretaria della Cgil e dovrà gestire tutta la partita, per Bonanni «sarà più facile dialogare, essendo una donna». Quanto al bilancio della riforma contrattuale, per il numero uno della Cisl è positivo; «i contratti vanno bene, sono stati fatti, e senza un'ora di sciopero»; si tratta di «fare un tagliando, ovviamente per liberare ancora di più la macchina, non per bloccarla».

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Tags Correlati: CGIL | Cisl | Cnel | Confidustria | Confindustria | Guglielmo Epifani | Imprese | Luigi Angeletti | Raffaele Bonanni | Rappresentanza sindacale unitaria | Susanna Camusso | Uil

 

Accoglienza tiepida per la Cgil da parte di Luigi Angeletti: «Meno male – ha detto – hanno cominciato a capire che i sindacati devono fare accordi. Le trattative sono uno strumento per arrivare agli accordi». Il segretario generale della Uil ha stemperato facili entusiasmi quando ha detto «prima di usare l'aggettivo importante, vogliamo vedere una firma, solo dopo un accordo potremo dire che è un passaggio importante». In vista della verifica sulla riforma per Angeletti «servono modelli contrattuali su misura, proprio come gli abiti», mentre sulla rappresentanza ha proposto di ripartire dal documento unitario del maggio del 2008: «Abbiamo già fatto un accordo – ha aggiunto – è stato scritto a tre mani, non c'è alcun problema, eravamo, siamo e saremo sempre disponibili a discutere di regole» La preoccupazione per gli effetti della crisi è l'altra costante negli interventi dei leader sindacali. Per Epifani è «condivisibile l'allarme della presidente di Confidustria», la quale venerdì aveva sottolineato come la ripresa economica sia ancora troppo lenta rispetto a quella di altri paesi europei. Epifani ha sollecitato il ministro Sacconi affinché «venga rifinanziata per il prossimo biennio la cassa in deroga», la cui copertura è in scadenza a dicembre, chiedendo al ministro Tremonti di estendere l'esclusione dall'innalzamento dell'età pensionabile «all'intera platea dei lavoratori in mobilità e non solo ai 10mila indicati dal governo», perché altrimenti «rischiano di trovarsi privi del sostegno al reddito e senza i requisiti per la pensione».

LE TAPPE DEL DIALOGO

Tavolo sulla produttività:
Il 4 ottobre Confindustria convocherà tutte le organizzazioni sindacali e imprenditoriali, banche comprese. L'obiettivo è quello di condividere un patto sulla crescita, in cui «ciascuno faccia la propria parte».

Rappresentanza e democrazia:
Le parti sociali intendono darsi delle regole per via pattizia. La base di partenza è il documento di Cgil, Cisl e Uil del maggio del 2008: per la misurazione della rappresentatività il modello è il sistema del pubblico impiego, va certificata dal Cnel in base agli iscritti, ai voti nelle Rsu e nei comitati di sorveglianza degli enti previdenziali. Sulla democrazia è prevista la consultazione certificata tra i lavoratori prima dell'approvazione degli organismi direttivi di un accordo. Resta da sciogliere il nodo della verifica delle intese separate.

Tagliando della riforma contrattuale:
Sul nuovo modello frutto dell'accordo quadro del 22 gennaio del 2009 firmato da sindacati (eccetto la Cgil) e imprese, Confindustria propone una verifica aperta a tutte le sigle. La novità è che anche la Cgil si è detta favorevole ad un contratto nazionale più leggero e ad un potenziamento del livello aziendale.

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