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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2010 alle ore 15:18.
8 settembre 2007. Al governo c'è un traballante centrosinistra guidato da Romano Prodi, il libro «La Casta» di Sergio Rizzo e Gianantonio Stella è il best seller dell'estate, caso più unico che raro per un saggio. In Italia si diffonde una crescente insofferenza verso la classe dirigente che viene definito «antipolitica» che raggiunge il suo apice proprio in quei giorni. L'8 settembre 2007 è il giorno del V-Day, il Vaffanculo day del popolo di Beppe Grillo.
I fan del comico genovese, che lo seguono in teatro e sul suo popolarissimo blog, scendono per la prima volta in piazza. Una mobilitazione via web che porta migliaia di persone in piazza per urlare il proprio catartico «vaffa» alla classe politica e firmare una proposta di legge che preveda: 1) il divieto di candidarsi in Parlamento a qualsiasi cittadino se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale, 2) divieto di candidarsi per più di due legislature, 3) reintroduzione delle preferenze.
È questo il vero spartiacque nella storia del comico genovese. Non più solo protesta e invito all'astensione, ma una vero e proprio ingresso nell'arena. Dopo il V-day, il 17 settembre, sul suo blog annuncia ufficialmente l'intenzione presentare delle liste civiche alle elezioni comunali. Due le precondizioni per farvi parte: non essere iscritti a un partito politico ed essere incensurati. Le liste certificate si potranno chiamare in qualsiasi modo, saranno pubblicizzate dal blog e messe in condizione di «scambiarsi informazioni e esperienze attraverso una piattaforma comune on-line che sarà messa a disposizione, sempre attraverso il blog». Insomma partire dal basso e «infiltrare» i consigli comunali per portare avanti le battaglie in cui si riconoscono i fan di Beppe Grillo: energie rinnovabili, acqua pubblica, lotta alla speculazione edilizia ecc.
Il vero e proprio exploit sarà però alle elezioni regionali del 2010 dove le liste del Movimento 5 stelle conquistano percentuali importanti in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. I grillini sparigliano le carte e rompono le uova nel paniere, soprattutto al centro sinistra che in Piemonte perde per una manciata di voti. La strada è aperta anche per la corsa nazionale. Il 2 agosto, quando la crisi della maggioranza inizia ad aggravarsi, il comico annuncia l'intenzione di presentare le proprie liste. Il resto è storia di questi giorni.