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Valditara, Muscardini e Ciabò raccontano la nascita dei circoli dei finiani in Lombardia

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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2010 alle ore 18:41.

Il capogruppo di Futuro e Libertà per l'Italia alla Camera, Italo Bocchino, registrando nel pomeriggio di oggi una puntata di Porta a Porta, ha chiesto un vertice di maggioranza in cui discutere preventivamente il discorso che mercoledì il premier Silvio Berlusconi terrà a Montecitorio.

Proprio perché impegnato a chiarire davanti alle telecamere di Bruno Vespa che i finiani non vogliono essere spettatori, ed eventuali votatori muti, di una risoluzione prodotta dall'asse Berlusconi-Fini, Bocchino non è stato presente, benché annunciato, alla conferenza stampa nella milanese Sala Umanitaria. In quella sede, pur orbati del capogruppo alla Camera, il senatore Valditara e la europarlamentare Cristiana Muscardini, insieme con l'assessore alla Salute al Comune di Milano, Giampaolo Landi di Chiavenna e a Barbara Ciabò, unico consigliere nel capoluogo ambrosiano ad aderire a Fli, hanno raccontato la nascita dei circoli di Generazione Italia in Lombardia.

La discussione, pur senza abbandonare il suo ancoraggio nella realtà milanese e lombarda, ha preso subito un respiro nazionale, in quanto Milano è stata presentata come uno dei laboratori fondamentali in cui Fli intende macinare un nuovo approccio alla politica nel centrodestra.

Legalità (in primis attenzione alle infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti e disaccordo con il gruppo Pdl in Comune che non ha ritenuto necessario istituire una commissione Antimafia); attenzione a fare scelte meritocratiche e non clientelari nella selezione di chi debba lavorare negli enti pubblici; sfoltimento degli enti inutili; sensibilità per l'Ambiente e la qualità della vita in vista del Progetto di governo del territorio, in cui non devono prevalere i potentati del mattone e del cemento (a Milano non c'è un assessore all'Ambiente, ha lamentato Barbara Ciabò, e parallelamente «a Roma ancora non c'è un nuovo ministro dello Sviluppo economico», le ha fatto sornionamente eco la voce arrochita dell'onorevole Muscardini).

Dal rilevantissimo spicchio milanese all'ancor più rilevante scenario politico nazionale, per Fli, poco cambia. Quello che si invoca è un cambio di passo, visto che – come afferma Valditara – sedici anni fa il centrodestra ha indicato tra i suoi punti fermi una diminuzione della pressione fiscale, una contrazione della spesa pubblica e una maggiore liberalizzazione dell'economia, ma oggi la situazione è addirittura peggiorata. Di conseguenza, spiega, «c'è bisogno di una destra europea e riformatrice differente dal Pdl», che appare a tratti più populista. In definitiva i terzagambisti finiani vogliono «essere d'appoggio e di aiuto al Pdl e alla Lega per fare le riforme che si aspettano da sedici anni».

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Tags Correlati: Bruno Vespa | Camera dei deputati | Cristiana Muscardini | Gabriele Albertini | Generazione Italia | Giampaolo Landi di Chiavenna | Italo Bocchino | Lega | Milano | Montecitorio | Partiti politici | PDL | Roma | Silvio Berlusconi | Valditara

 

Le due sintesi da mandare a memoria che i dirigenti di Fli ripetono a più riprese sono: «Distinti dal Pdl ma non distanti dal centrodestra» (riguardo alla collocazione del movimento nel piano cartesiano destra-sinistra) e «Immunità e garantismo sì, impunità no», (quanto invece alle discussioni sulla giustizia che hanno paralizzato molti mesi di vita parlamentare e politica). Che l'orizzonte del movimento, Futuro e libertà, e dell'associazionismo a esso collegato, Generazione Italia, sia un partito politico non rimane un dettaglio sottaciuto. Tutti sono concordi che la "cornice", come la definisce Landi di Chiavenna, in cui si muovono i finiani rimane il centrodestra, in cui Fli deve avere «un suo ruolo, una sua dimensione, una sua visibilità e un suo programma» che, ad esempio, «dovrà entrare a far parte di quello del prossimo candidato sindaco del centrodestra per Milano».

Questo è l'optimum, la via maestra. Se ciò non dovesse essere possibile, i finiani dovranno giocoforza valutare strade alternative. E interrogati sull'ipotesi, affacciatasi sui giornali, di una ripapabilità dell'ex Gabriele Albertini per il Comune di Milano, i dirigenti lombardi di Fli, pur senza nascondere la sensazione di un idem sentire con l'attuale europarlamentare quanto a disagi per il dibattito interno al Pdl e per alcune scelte dell'amministrazione Moratti, si rifiutano di discutere intorno a quella che, allo stato delle cose, rimane una non-candidatura. Legalità, maggiore riformismo in campo economico, più meritocrazia nella gestione della cosa pubblica, ripresa delle prospettive che si erano aperte sedici anni fa.

Questa l'agenda proposta nella Sala Umanitaria, con un occhio rivolto a Roma e uno a Milano e alla Lombardia in cui Fli vuol fare sentire la propria voce. Perché se è vero che si percepisce il movimento finiano come più forte al Sud, Valditara spiega a Il Sole 24Ore.com che in realtà non è così: «I sondaggi di Renato Mannheimer – afferma il senatore – indicano che, eccetto qualche area, come ad esempio il Nord-Est, non c'è grande divario tra le regioni settentrionali e quelle meridionali nell'apprezzamento per Fli. I dati mostrano differenze modeste, 8 per cento circa al Sud, 6 al Nord». La percezione diversa è dovuta al fatto che Gianfranco Fini ha spesso parlato dei problemi del Mezzogiorno e per le frizioni che si sono accese tra la Lega e Fli. «Qualcuno gioca su questo – dice Valditara – ma in Lombardia ci sono già quasi 130 circoli di Generazione Italia, con circa duemila iscritti. Non credo che il Pdl ne abbia molti di più».

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