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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2010 alle ore 19:58.
Il presidente della Corte d'Appello, Alfonso Marra deve fare «un passo indietro» per allontanare i sospetti dall'istituzione. Lo chiedono i magistrati dell'Anm di Milano, in un documento approvato al termine di un'assemblea. «I magistrati dell'Anm Milano - si afferma - auspicano la più celere destinazione dei procedimenti pendenti davanti al Consiglio superiore della Magistratura, sia per il più completo accertamento dei fatti, sia per l'adozione dei provvedimenti conseguenti».
Nel documento il sindacato delle toghe esprime l'auspicio che si risolva al più presto la vicenda che ha coinvolto il presidente della Corte d'Appello Alfonso Marra, destinatario di alcune telefonate da parte di personaggi finiti in carcere con l'accusa di associazione segreta, nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta P3. La posizione di Marra è tuttora al vaglio del Csm.
Nella nota, i magistrati «esprimono il loro forte disagio per la vicenda che ha coinvolto il vertice della Corte d'Appello di Milano e ribadiscono la centralità della questione morale tra quelle sulle quali l'Anm deve mantenere alta l'attenzione e l'impegno comuni». Inoltre, «sollecitano il più fermo intervento degli organi associativi a ciò deputati di fronte alle violazioni del codice deontologico, adottando le sanzioni previste dallo Statuto dell'associazione».
Per le toghe milanesi, occorre che «i magistrati coinvolti facciano un passo indietro al fine di liberare l'istituzione da ogni ombra di sospetto». Tra i nomi emersi nell'inchiesta sulla P3, figura anche quello del procuratore aggiunto Nicola Cerrato. Marra sarà sentito a Roma il prossimo 21 ottobre nell'ambito del procedimento per incompatibilità ambientale già avviato dal Csm nei suoi confronti.
"Sulla questione morale i magistrati devono tenere l'asticella molto alta", ha dichiarato Luca Palamara, presidente dell'Anm al termine della riunione a Milano, ricordando che quello della questione morale "é un tema centrale che noi vogliamo affrontare a livello nazionale", ribadendo che é stato registrato "un clima di disagio nell'ufficio giudiziario milanese". Nei confronti di Alfonso Marra, presidente della Corte d'Appello di Milano, é stato avviato un procedimento al Consiglio superiore dela magistratura per il trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale.