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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2010 alle ore 18:19.
L'egiziano Sheikh Fateh al-Misri, conosciuto anche come Abdul Razaq, è diventato il capo operativo di al Qaeda per l'Afghanistan ed il Pakistan nel maggio scorso, dopo l'uccisione - sempre da parte di un drone americano - del suo predecessore, Mustafa Abu al-Yazid, considerato il numero tre di Osama bin Laden.
La nomina di al-Misri, un combattente in Afghanistan non affiliato con al Qaeda, scrive Asian Times, ha segnato un cambiamento di rotta dell'organizzazione di Osama bin Laden, che punta ad ampliare il sostegno alla guerriglia. Anche il libico Abu Laith al-Libi, ucciso da un drone Usa in Pakistan nel gennaio 2008, aveva un profilo simile: era alla guida di un gruppo di terroristi libici attivo nelle zone tribali al confine con Afghanistan e Pakistan prima di aderire al network dello Sceicco del terrore.
La strategia di al-Misri era orientata soprattutto a colpire in Afghanistan, anche se l'egiziano riteneva il conflitto inseparabile dalla situazione in Pakistan. In particolare, l'organizzazione tentava di impedire le intese tra il governo afghano e le forze Nato con i talebani, mirate ad isolare al Qaida e i suoi affiliati. In questo contesto, Misri è accusato di aver pianificato gli attacchi a Lahore contro la setta Qaduani in cui hanno perso la vita 95 persone.
Al-Misri è considerato responsabile anche dell'assalto del 2 luglio scorso contro la la tomba di un santo musulmano, sempre a Lahore, in cui sono morte oltre 40 persone. Poche settimane fa, in coincidenza con la visita in Pakistan del segretario di Stato Hillary Clinton, Misri aveva inviato una lettera al capo dell'esercito pakistano, Ashfaq Parvez Kiani: «Avete visto la nostra forza. Ora dovete decidere da quale parte stare. Se non cambiate le vostre politiche, siate pronti alla battaglia». (Ansa)