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Bossi: «La strada del governo è stretta. Sarebbe stato meglio andare a elezioni»

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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2010 alle ore 19:42.

«I numeri sono limitati. La strada è stretta»: così Umberto Bossi, leader della Lega, ha commentato nel cortile di Montecitorio il voto di fiducia al governo Berlusconi. «Nella vita è meglio prendere la strada maestra e la strada maestra è il voto. Berlusconi non l'ha voluto e ora siamo a questo punto», ha sottolineato. E ai cronisti che gli chiedevano se avrebbe spinto ancora per il voto, Bossi ha risposto «vedremo».
Un commento in linea con la frase «tanto a marzo si vota...», che oggi il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha pronunciato in una conversazione con Nichi Vendola e Franco Giordano, intercettata e mandata in onda dal Tg de la 7.

Da Parigi, dove si trova in visita ufficiale, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non ha voluto commentare il voto di fiducia. Ai giornalisti che lo attendevano all'uscita dall'Ecole Normale Superieure, dove il capo dello Stato ha tenuto oggi pomeriggio un discorso sull'Unità d'Italia e il ruolo di Cavour, il presidente non ha risposto, preferendo dribblare la domanda: «Presidente ha visto il voto di fiducia al Governo...», e il presidente ha risposto: «La fiducia a Cavour? Io per stasera rimango a Cavour».

Da Roma, invece, dove ha partecipato alla registrazione di una puntata di "Matrix", il segretario del Pd Pierluigi Bersani spiega che il voto di fiducia non risolve i problemi, anzi. La giornata di oggi, ha detto Bersani, «segna un indebolimento di questo governo, è la fiducia del cerino acceso: nasce dall'impossibilità di ciascun pezzo della maggioranza di aprire la crisi. Ma ormai la maggioranza è articolata in quattro componenti». Conclude Bersani: «Andiamo verso una situazione nella quale prevarrà l'instabilità».
Stessa previsione per Nichi Vendola di Sinistra, Ecologia e Libertà, per il quale «la situazione politica, ora, «andrà avanti poche ore, pochi giorni, o poche settimane». «Il voto è molto pesante per Berlusconi. L'aritmetica, le proiezioni, i sondaggi di questa mattina in Transatlantico facevano intravedere che, al netto del raggruppamento di Gianfranco Fini, Berlusconi godeva di una maggioranza autosufficiente. Nel pomeriggio la baldanza si è opacizzata, la maggioranza è scesa a 314 o 315. Ora siamo a quota 309 o anche meno. La fiction che ha dominato la giornata, la ritrovata maggioranza, l'andare avanti fino alla fine - conclude il governatore della Puglia - dimostra, come dice il poeta, che "all'apparir del vero tu, misero, cadesti"».

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Tags Correlati: Arturo Parisi | Berlusconi | Camera dei deputati | Carmelo Briguglio | Cavour | Elezioni | Fabrizio Cicchitto | Gianfranco Fini | Giorgio Napolitano | Governo | Lega | Lombardia | Matrix | Montecitorio | Movimento per l'Autonomia | Pd | PDL | Raffaele Lombardo | Roberto Formigoni | Roberto Maroni | Udc | Umberto Bossi |

 

Da parte sua, il presidente della Lombardia Roberto Formigoni ha sottolineato che «oggi la maggioranza che ha Berlusconi è più ampia di due anni fa. È una giornata positiva. Per il paese sarebbe stato deleterio andare ad elezioni anticipate». In sintonia anche Fabrizio Cicchitto, presidente del deputati del Pdl: «Nel 2008 per la fiducia al governo Berlusconi ci furono 335 voti, stasera ne abbiamo ottenuti 342. Si può dunque dire che oggi il governo ha una maggioranza più ampia rispetto al 2008».

«Senza Futuro e Libertà il governo non ci sarebbe, i finiani sono quindi determinanti», ribatte Carmelo Briguglio, deputato di Fli. «Il presidente del Consiglio - ha affermato - ha dovuto prendere atto in aula che il Gruppo di Futuro e Libertà c'è, si è conquistato il suo spazio e ha creato un'intesa politica e programmatica con l'Mpa di Raffaele Lombardo, essenziale per l'esistenza stessa della maggioranza di governo. Il risultato del voto ha detto agli italiani che senza Futuro e Libertà non ci sarebbe più questo governo».



Dalle file del Pd Arturo Parisi commenta che «anche se, purtroppo per gli italiani, la commedia è destinata a durare ancora a lungo, chiarezza è fatta. Grazie al voto di fiducia ora conosciamo l'esatto peso delle parole di Fini a Mirabello: chi ha detto sì, chi ha detto no, e chi si è astenuto dal voto. Così pure abbiamo la conferma che, al di là dei dettagli, Futuro e libertà sostiene Berlusconi. Meno male che non è stato il Pd a chiedere la fiducia. Li avremmo compattati!»

«Con i numeri abbiamo visto che Berlusconi proprio non ci ha preso - afferma il segretario nazionale dell'Udc Lorenzo Cesa - Speriamo che almeno sulle promesse che ha fatto oggi in Aula sappia dimostrare un po' più di capacità e di concretezza».

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