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Da Napolitano stop alla Lega sui simboli di Adro

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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2010 alle ore 08:05.


PARIGI. Dal nostro inviato
Unità contro le divisioni, i particolarismi e, se pur indirettamente, contro i proclami leghisti su «Roma ladrona». Giorgio Napolitano è a Parigi per una tre giorni fitta di incontri istituzionali e culturali. Il filo rosso che lega la visita è la celebrazione dei 150 anni dell'unità nazionale, anche attraverso la rievocazione congiunta di Cavour e Napoleone III, «due grandi artefici dell'unificazione italiana» come recita il titolo dell'esposizione allestita al museo Nissim de Camondo, che il presidente della Repubblica inaugurerà domani mattina. E in serata da Roma il Quirinale fa sapere che il capo dello stato «ha apprezzato» il passo compiuto dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini invitando il sindaco di Adro, Oscar Lancini a rimuovere «le esibizioni» leghiste nella scuola del paese lombardo, tra cui il sole delle Alpi. «Nessun simbolo identificabile con una parte politica può sostituire in sede pubblica, quelli della nazione e dello stato, né questi possono essere oggetto di provocazione e sfide».
Napolitano parla di unità alla vigilia del discorso di Silvio Berlusconi alla Camera, che deciderà il destino della legislatura. Nessun riferimento esplicito ma diversi segnali convergenti fanno intendere quale sia il punto di vista del capo dello stato, come quando nel passaggio finale del suo intervento serale alla Sorbona (che gli ha conferito il dottorato honoris causa) parla del suo impegno al servizio delle istituzioni: «Spero non vi stupisca che l'onore da voi accordatomi abbia risvegliato in me pensieri e auspici che possono apparire distanti dalla sfera in cui ho operato per una vita». Alla stagione della politica attiva da tempo sono subentrate le responsabilità istituzionali «già prima di ora, e ora più che mai». In una cornice solenne, la culla della cultura europea, Napolitano sceglie dunque di volare alto. Parla in francese, forse - osserva - l'attenzione che mi avete riservato e l'omaggio che mi avete reso «hanno a che fare con il modo in cui ho cercato di intendere la politica e la cultura e cerco oggi di servire il mio paese e l'Europa, credendo profondamente nella causa dell'unità europea».

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Tags Correlati: Adro | Camera dei deputati | Gerard Larcher | Giorgio Napolitano | Lega | Mariastella Gelmini | Napoleone III | Oscar Lancini | Presidenza della Repubblica | Roma | Silvio Berlusconi | Sorbona

 

Valori e concetti che evidentemente travalicano le contingenze politiche in Italia come in Francia. Stando a quanto trapela dall'entourage di Napolitano, si resta in attesa sia del contenuto del discorso di Berlusconi alla Camera sia dell'esito (politico e numerico) del voto che seguirà alle comunicazioni del presidente del consiglio. La rottura con i finiani che agita da mesi la politica italiana troverà oggi quanto meno una "chiarificazione" nella sede istituzionale propria, vale a dire il parlamento. Evidentemente Napolitano è pronto a esercitare le sue prerogative costituzionali, laddove se ne creino le condizioni. Altrimenti si resterà in attesa dei prossimi passaggi politici.
La celebrazione del centocinquantesimo anniversario dello stato nazionale unitario «deve essere l'occasione per un rilancio del sentimento e della consapevolezza dell'unità nazionale», ha osservato Napolitano salutando il personale dell'ambasciata d'Italia a Parigi. Poi il colloquio con il presidente del Senato Gerard Larcher e l'incontro con Fillon. «La Francia e l'Italia, fondatori dell'Unione europea, hanno oggi la responsabilità storica di contribuire all'attuazione del trattato di Lisbona, per rinforzare la coesione europea». Napolitano - ha osservato Sarkozy in un messaggio alla Sorbona «è una personalità emerita e un grande uomo di stato».
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