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Berlusconi sopravvive, ma non è forte abbastanza per fare le riforme e rilanciare l'economia (Wsj)

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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2010 alle ore 16:28.

Sopravvive. Ma fino a quando? E con quale capacità di fare le riforme? I pronostici divergono sulla stampa estera, molti i dubbi che il governo di Silvio Berlusconi sopravviva fino alla fine della legislatura, nel 2013. Tutti mettono in risalto che la maggioranza dipende dai voti dei "ribelli" di Gianfranco Fini. È una "fiducia condizionata" (El Pais). Tra Fini e Berlusconi è un "duello all'ultimo sangue" (Le Monde), una battaglia appassionante come è stata, per gli inglesi, la saga Blair-Brown (Telegraph).

A fare le spese dell'incertezza politica è l'economia. Lo sottolinea subito, nelle prime righe della corrispondenza da Roma, il Wall Street Journal: «Berlusconi sopravvive a un voto chiave», ma non è riuscito a ottenere la maggioranza dominante necessaria per realizzare le misure che servirebbero per «rianimare l'economia in stallo». Il premier vede la sua autorità politica "diminuire" mentre il gruppo dissidente forma un suo partito.

«I ribelli, gran parte dei quali hanno votato per Berlusconi, non hanno promesso al primo ministro il loro sostegno a lungo termine», nota il Wsj. «Senza un chiaro mandato, Berlusconi potrebbe essere costretto a rinviare ulteriormente le riforme del codice tributario, delle leggi sul lavoro, del sistema giudiziario e altri problemi strutturali che lasciano l'Italia in difficoltà nel suo tentativo di riprendersi dalla più profonda recessione dalla Seconda Guerra Mondiale». Il quotidiano cita l'economista Tito Boeri, secondo il quale l'esecutivo sopravvive senza essere in grado di fare "azioni decisive".

Il Wsj agita lo spauracchio della crisi del debito sovrano: «L'incertezza sul governo italiano ha spinto alcuni investitori a domandarsi se il paese possa tenere sotto controllo la spesa pubblica». Finora – si legge - il rigore finanziario voluto da Giulio Tremonti ha permesso all'Italia di evitare lo scrutinio affrontato da Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda durante la crisi. Ma il resta il fatto che l'Italia, con un debito pubblico di 1.700 miliardi di euro, il 115% del Pil, è «uno dei paesi europei più indebitati in termini assoluti». E negli ultimi giorni la "volatilità politica" ha fatto aumentare i tassi d'interesse che l'Italia paga per finanziare il debito.

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Tags Correlati: American University | Associated Press | Bbc | Blair Brown | Camera dei deputati | Comitato Esecutivo | Gianfranco Fini | Giulio Tremonti | Governo | James Walston | Milan | Roma | Silvio Berlusconi | Tito Boeri | Umberto Bossi | Wsj

 

Berlusconi è sopravvissuto al voto di fiducia, salvando il suo governo dal crollo, ma "non eliminando la prospettiva di elezioni anticipate", scrive in una breve notizia il New York Times. Un lancio Ap ripreso dai siti di molti media Usa dice nel titolo che il voto di fiducia rafforza il governo, ma la cronaca chiarisce che lo spettro delle elezioni anticipate è stato sventato "per ora" e che, subito dopo il voto, Umberto Bossi ha borbottato che sarebbe stato meglio andare alle elezioni. L'agenzia Bloomberg, ripresa dal sito del san Francisco Chronicle, fa un titolo sul ponte sullo Stretto di Messina: Berlusconi ha promesso che il piano sarà pronto a dicembre.

La "sopravvivenza" è il leit-motiv della giornata: "Berlusconi sopravvive al voto, ma dipende dai ribelli", titola il Financial Times. Il premier ha recuperato un po' di respiro per il suo governo, ma l'esito del voto sottolinea la "fragilità" della coalizione, "sollevando dubbi sulla capacità del primo ministro di sopravvivere per tutto il mandato quinquennale".

Negando "furiosamente" le accuse dell'opposizione di avere comprato deputati, racconta il Ft, Berlusconi ha ottenuto il sofferto voto di fiducia. Forse è riuscito a evitare elezioni anticipate mentre la sua popolarità è in calo, ma "il risultato è al di sotto di quello che sperava".

Anche i Ft dà spazio alle preoccupazioni per l'economia. Osserva che il governo ha modificato le sue previsioni di crescita, alzando quella di quest'anno ma abbassando quella per il 2011. "Il paese emerge dalla sua peggiore recessione del dopoguerra e le previsioni sottolineano l'incertezza di fronte alla terza economia dell'eurozona". Alcuni dati – continua il quotidiano - indicano che la ripresa sta rallentando, con una debole produzione industriale in giugno e in luglio. Qualche ora prima, riferendo del discorso del premier, il Financial Times aveva titolato: "Berlusconi mette in guardia contro il rischio di instabilità".

La Bbc cita analisti secondo i quali il risultato del voto «dovrebbe bastare a tenere il 74enne leader in carica per il resto della legislatura, che termina nel 2013». Il Guardian dà al governo una durata minore: grazie alla fiducia accordata dai ribelli, Berlusconi ha ottenuto "una vittoria" che "dovrebbe assicurare al suo governo di sopravvivere fino all'anno prossimo". Ma la spaccatura a destra ha "avvelenato" l'atmosfera.

Il Telegraph mette in evidenza nel sommario che Berlusconi ha ottenuto la fiducia "tra le accuse che il suo partito abbia comprato il sostegno di alcuni deputati dell'opposizione con denaro e favori politici". Calca la mano James Walston, professore di politica italiana all'American University di Roma: "Berlusconi compra e vende deputati come compra e vende calciatori al Milan", dice al Telegraph.

Il voto, secondo Walston, è solo "un'altra schermaglia nella lunga battaglia tra Fini e Berlusconi, affascinante in termini personali e politici come la saga Blair-Brown, ma molto più esternata e molto più dannosa per il paese".

Per Les Echos - «Quando Berlusconi vuole essere consensuale…»– il premier raramente si è mostrato «così calmo e consensuale». Ha fatto un discorso "solenne", un appello per rinsaldare la maggioranza. Risultato: «la minaccia di elezioni anticipate si è allontanata e Berlusconi ha salvato la pelle, mentre la destra implode».

La Tribune, il Nouvel Observateur, Le Figaro hanno vistosi richiami sulle homepage dei loro siti web. «Berlusconi salva il suo governo grazie ai dissidenti di destra», titola il Nouvel Observateur. E ancora «Fini non fa cadere Berlusconi». Le Figaro - «Berlusconi assicura la sopravvivenza del suo governo» – nota il discorso "conciliante" del premier e rileva: «Tra i due uomini nessun segno di acrimonia, una perfetta indifferenza, in apparenza almeno». In vista del voto, Le Monde aveva descritto un «duello all'ultimo sangue», raccontando che «la rottura politica tra Fini e il Cavaliere si gioca sul terreno degli scandali».

El Mundo parla di "vittoria amara", poiché Berlusconi ha superato la mozione fiducia con un "margine stretto" e l'aiuto "inestimabile" del suo ex alleato politico, Fini. Per El Pais, il premier ottiene la "fiducia condizionata" della Camera, «salva il governo con i voti di Fini».

Berlusconi "guadagna tempo di fronte alla minaccia di elezioni anticipate", scrive El Pais. «Grazie ai voti dei ribelli guidati da Fini» ha superato il primo scoglio di una legislatura che «sembrava destinata a naufragare».

Ma il premier è apparso al quotidiano spagnolo «debilitato dalla crisi della sua alleanza e senza convinzione nel proprio progetto politico». Il suo è stato «un discorso di circostanza». «Conciliante, si è limitato a ripetere logore promesse e implorazioni alla stabilità». Il risultato è stato "poco gratificante" per Berlusconi. Il governo è in una «precaria situazione di provvisorietà», <alla mercé del presidente della Camera ogni volta che si vota una legge».

«Il gioco del cerino continua», scrive El Pais: «Il dubbio è quanto tempo resterà acceso e chi avrà il coraggio di spegnerlo».

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