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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2010 alle ore 16:46.
Alberto Contador, fermato dall'Uci dopo che un controllo ha rilevato nelle sue analisi tracce «anormali» di una sostanza vietata, il clenbuterolo, nel corso dell'ultimo Tour de France, iscrive il suo nome alla lista dei corridori la cui vittoria è stata macchiata a causa del doping. Ma fino ad ora solo uno, lo statunitense Floyd Landis nel 2006, si è visto togliere il successo da quando sono stati introdotti i controlli, una quarantina d'anni fa. Ecco i casi principali:
1978. Il belga Michel Pollentier, maglia gialla al Tour, è sorpreso in flagrante durante un controllo dopo l'arrivo a l'Alpe d'Huez, mentre cerca di sostituire la propria urina con quella "pulita" contenuta in una peretta. A sei giorni dall'arrivo è immediatamente squalificato.
1988. Lo spagnolo Pedro Delgado guida la classifica quando le analisi delle urine rivelano la presenza di un diuretico, il probenecid, sospettato di avere effetti mascheranti. Il farmaco è inserito nell'elenco dei prodotti vietati dal Cio, ma non è menzionato dall'Unione ciclistica internazionale. E Delgado non viene sanzionato.
1996. In piena epoca Epo, poco prima dell'introduzione dei test sul sangue (con plafond dell'ematocrito fissato al 50 %), il danese Bjarne Riis domina sulle montagne del Tour. Nella primavera 2007, colui che era stato soprannominato "mister 60%" ammetterà di essersi dopato. Ma i fatti sono ormai prescritti e il suo nome resta nel palmares della corsa.
1999. Lance Armstrong, forte di una prescrizione medica - retrodata, secondo i suoi accusatori - attribuisce all'uso di una pomata a base di corticoidi la positività in una delle prime tappe. Il texano, sospettato di essere ricorso all'Epo, va a vincere il primo dei suoi sette Tour consecutivi.
2002. Igor Gonzalez de Galdeano mentre è in maglia gialla si ritrova al centro di una disputa tra Uci e Agenzia mondiale antidoping (Ama). Lo spagnolo, positivo al salbutamolo (sostanza contro l'asma che, in forti dosi, ha affetti anabolizzanti), darà una giustificazione terapeutica accettata dall'Uci. Prosegue il Tour (quinto alla fine), ma poi viene fermato sei mesi dalle autorità antidoping francesi.
2006. Nella settimana successiva al successo, lo statunitense Floyd Landis risulta positivo al testosterone nella tappa vinta a Morzine, a tre giorni dall'arrivo a Parigi. Benchè l'apporto esogeno della sostanza sia provato, Landis nega e si lancia in una disputa giudiziaria che alla fine lo vedrà sconfitto. Il titolo passa al secondo classificato, lo spagnolo Oscar Pereiro. La scorsa primavera Landis ha ammesso il ricorso al doping.