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Olanda, il burqa sarà messo al bando. Il partito della libertà strappa i primi impegni al Governo

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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2010 alle ore 09:15.

Divieto di indossare il burqa e restrizioni per l'utilizzo del velo da parte di alcune categorie di impiegati pubblici, giro di vite sui coffee shops che dovranno diventare dei club privati, tagli alle spese pubbliche per 18 miliardi di euro, innalzamento dell'età pensionabile da 65 a 66 anni, meno soldi per gli immigrati e di più per gli anziani, 12 mila nuovi infermieri e due miliardi per le cure domiciliari: questi gli interventi principali su cui il partito xenofobo-liberista di Geert Wilders, il Pvv, ha ottenuto l'assenso del nuovo governo di centro-destra in cambio del suo appoggio esterno alla nuova coalizione di governo.

L'intesa siglata tra il populista Partito della Libertà (Pvv), fondato nel 2006, e le due formazioni politiche "storiche" che costituiranno il governo (i liberal-conservatori del Vvd e i democristiani del Cda) prevede, anche altre concessioni, strappate da Wilders, il Mozart olandese (come viene chiamato per via della foggia dei suoi capelli), e la fine della tollerante Olanda così come l'abbiamo conosciuta finora.

Oltre alla messa al bando del burqa, come in Francia, c'è un impegno a conseguire una significativa riduzione del tasso d'immigrazione nel paese. Non è la chiusura delle frontiere ma il cambio di rotta è notevole. Nel dettaglio, sarà introdotta la concessione "condizionata" del passaporto ai nuovi cittadini olandesi, passaporto che potrà essere ritirato in caso di crimini commessi entro i primi cinque anni dal rilascio del documento. La perdita del passaporto sarà ovviamente il viatico per l'espulsione definitiva. Vengono inoltre indicati, come richieste avanzate da Wilders e accolte dai suoi nuovi alleati, altri interventi come la nascita di un corpo di polizia interamente dedicato al benessere degli animali, l'innalzamento del limite di velocità massima in autostrada a 130 chilometri orari, l'abolizione del divieto di fumare nei piccoli caffè.

Giro di vite, invece, sui coffee shops, locali autorizzati dallo stato per vendere al consumo modesti quantitativi di droghe leggere, negozi che pullulano soprattutto ad Amsterdam nei quartieri vicini alla stazione centrale, tra il "Red light district" e piazza Dam, che d'ora in avanti dovrebbero trasformarsi in club privati con restrizioni all'ingresso libero.

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Tags Correlati: Abn Amro | Aegon | Angela Merkel | Fortis | Geert Wilders | Istat | Ocse | Olanda | Partiti politici | Sns Reaal Bank | Tomasz Kozluk | Vvd

 

La manovra finanziaria "lacrime e sangue" era necessaria in un paese il cui lo spread dei bond decennali olandesi con i bund è di appena lo 0,2%, un nulla rispetto al 10% della Grecia? Sì, risponde l'Ocse. Sebbene la disoccupazione sia rimasta relativamente bassa (3,5% nel 2009) a preoccupare i mercati e le agenzie di rating internazionali è il rapporto debito/Pil balzato in tre anni dal 46% del 2007 al 65% nel 2010. Ancora poco rispetto ad altri paesi, ma è il trend a preoccupare più che la quantità.

Un incremento preoccupante causato dalla crisi economica del 2008. In quell'occasione le finanze pubbliche dell'Aja hanno iniziato a deragliare pericolosamente, rendendo necessari i tagli odierni per aver salvato il sistema bancario dal tracollo. «Il costo totale degli interventi del governo olandese per salvare il sistema finanziario a fine 2008 (nazionalizzazione di Abn Amro e Fortis Netherlands, ricapitalizzazione di Ing, Aegon, Sns Reaal Bank, e altre garanzie) è ammontata a oltre 80 miliardi di euro, pari al 14% del Pil. E sebbene una parte della somma sia già stata ripagata, lo stato rimane ancora oggi fortemente coinvolto nel settore finanziario», dice l'economista Tomasz Kozluk, responsabile per l'Olanda all'Economics Department dell'Ocse.

La manovra di rigore era dunque attesa. Rispetto alle previsioni più recenti dell'Istituto nazionale di statistica (Cpb) dopo il calo del 4% del Pil 2009, per il 2010 si attende un aumento dell'1,8%, e per il 2011 dell'1,5 per cento. «La ripresa olandese sarà trainata dall'export con bassi consumi interni», spiega Kozluk. Una fotocopia di quanto accadrà in Germania. Ma il cancelliere tedesco, Angela Merkel, è stato il primo leader europeo a esprimere «rammarico» per il nuovo governo olandese. Forse perché due mesi fa Wilders è stato rispedito alla frontiera olandese con la "scusa" che aveva dichiarato generalità false.


vittorio.darold@ilsole24ore.com
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