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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2010 alle ore 18:08.
Dopo la presa di distanza di "Avvenire", il quotidiano della Cei, che ha definito «insopportabile» la bestemmia con cui il premier Silvio Berlusconi ha chiuso la sua barzelletta su Rosy Bindi, anche "l'Osservatore Romano" (quotidiano che a Roma esce nel pomeriggio) pubblica un commento sull'episodio: nel «contesto» di «nuove tensioni e polemiche» che «animano il dibattito in Italia», negli ultimi giorni soprattutto sul tema ricorrente della giustizia, «appaiono tanto più deplorevoli alcune battute del capo del Governo, più o meno recenti e di cui peraltro Berlusconi si è subito scusato, che offendono indistintamente il sentimento dei credenti e la memoria sacra dei sei milioni di vittime della Shoah». Le parole di Berlusconi, secondo l'Osservatore, «rendono tristemente attuale quanto il cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana aveva detto lunedì scorso, ovvero che il linguaggio in uso nella scena pubblica deve essere confacente a civiltà ed educazione. Fa malinconia l'illusione di risultare spiritosi o più incisivi, quando a patire le conseguenze è tutto un costume generale».
A cercare di spegnere le polemiche era stato in precedenza monsignor Rino Fischella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione: «Bisogna sempre in questi momenti saper contestualizzare le cose e, certamente, non bisogna da un lato diminuire la nostra attenzione, quando siamo persone pubbliche, a non venir meno a quello che è il nostro linguaggio e la nostra condizione; dall'altra credo che in Italia dobbiamo essere capaci di non creare delle burrasche ogni giorno per strumentalizzare situazioni politiche che hanno già un loro valore piuttosto delicato».
«Le barzellette sono un problema di gusto e di rispetto per gli altri. Un problema per cui ciascuno risponde della barzellette che dice», ha sottolineato Pierferdinando Casini.