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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2010 alle ore 08:02.
di Celso Amorim Sette anni fa, quando si parlava della necessità di cambiamenti nella geografia economica mondiale o si diceva che il Brasile e altri paesi avrebbero dovuto già svolgere un ruolo rilevante nella Wto o avere un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu, molti reagivano con scetticismo. Il mondo e il Brasile sono cambiati a una velocità accelerata, e alcune presunte verità del passato cominciano ad arrendersi alla verità dei fatti. Il differenziale di crescita economica rispetto al mondo sviluppato ha reso i paesi in via di sviluppo degli attori centrali nell'economia mondiale.
L'accresciuta capacità di articolazione Sud-Sud - Nella Wto, nell'Fmi, all'Onu e in nuove coalizioni, come il Bric (Brasile, Russia, India e Cina) - rafforza la voce di paesi prima relegati a una posizione secondaria. Quanto più i paesi in via di sviluppo parlano e cooperano fra loro, tanto più sono ascoltati da quelli ricchi. La recente crisi finanziaria ha reso ancora più palese il fatto che il mondo non può più essere governato da un condominio di pochi.
Al compimento dei sette anni e mezzo del governo del presidente Lula, il ruolo del Brasile nel mondo è cambiato. È innegabile il peso sempre maggiore che abbiamo nella discussione dei temi dell'agenda internazionale, dai cambiamenti climatici al commercio, dalle finanze alla pace e sicurezza. È cambiata la realtà economica, sociale e politica del paese. I progressi - dall'equilibrio macroeconomico al riscatto del debito sociale - hanno reso il Brasile più stabile e meno ingiusto.
Il Brasile ha sviluppato una politica estera ampia e attiva. Abbiamo cercato di costruire delle coalizioni che sono andate al di là delle alleanze e dei rapporti tradizionali con l'Unione europea e gli Stati Uniti. La crescita considerevole delle nostre esportazioni versi i paesi in via di sviluppo e la creazione di meccanismi di dialogo e concertazione sono il riflesso di tale orientamento di una politica estera "universalista" e libera.
La base di questa nuova politica estera è stato l'approfondimento dell'integrazione sudamericana (a cominciare dal rapporto con l'Argentina). Il governo del presidente Lula si è impegnato a compattare il continente sudamericano tramite il commercio, le infrastrutture e il dialogo politico. L'Accordo Mercosur-Comunità Andina ha creato, in pratica, una zona di libero commercio che abbraccia tutta l'America del Sud. L'integrazione fisica del continente è progredita in maniera notevole con il collegamento tra l'Atlantico e il Pacifico. È nata la Unasud. l'Unione delle nazioni sudamericane.