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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2010 alle ore 08:03.
Non è solo la turbolenta provincia meridionale di Kandahar, la roccaforte dei talebani dove è in corso l'offensiva guidata dalle truppe americane, ma è tutto l'Afghanistan a vivere un periodo particolarmente violento nell'anno più duro per le truppe straniere da quando è iniziata la guerra, a fine 2001.
Anche ieri un incidente ha coinvolto i militari del contingente italiano delle forze Nato in Afghanistan (Isaf). Due soldati dei reparti forze speciali della Task Force 45 sono rimasti feriti nel corso di uno scontro a fuoco avvenuto alle 10.40 locali nel distretto di Javand, nella provincia di Badghis a nord di Herat. L'area occidentale dell'Afghanistan, il settore sotto il comando italiano, fino a qualche anno fa ritenuta più tranquilla, si conferma una regione sempre più instabile. Lo scontro a fuoco si è verificato nel corso di un'operazione congiunta con l'esercito afghano, che si è conclusa, sottolinea il maggiore Mario Renna, portavoce del comandante del Regional Command West della missione Isaf, «con la cattura di cinque insorti e infliggendo perdite agli avversari».
I due militari, che non sono in pericolo di vita, sono stati trasportati in elicottero all'ospedale militare di Herat, dove sono stati operati per ferite alle braccia. Si tratta di membri delle forze speciali; un alpino paracadutista del 4° reggimento, i cosiddetti ranger, e un incursore della Marina militare (Comsubin). Due dei reparti che costituiscono la Task force 45 attiva in Afghanistan, un'unità d'elite di cui fanno parte anche le forze speciali del 9° reggimento paracadutisti d'assalto Col Moschin (l'unità dell'Esercito a cui apparteneva il tenente Alessandro Romani, ucciso a metà settembre) e quelle del 17° stormo incursori dell'Aeronautica e del Gis, il gruppo di intervento speciale dei carabinieri. Nello scontro a fuoco sono rimasti feriti in modo più lieve anche tre militari dell'esercito afghano. Con la morte di Romani il numero dei militari italiani morti in Afghanistan è salito a 30.
Intanto, nonostante le recenti tensioni con il governo di Islamabad, scoppiate dopo che un drone americano ha ucciso per errore tre soldati pakistani, sono ripresi con forza i raid degli aerei americani senza pilota sull'area del Waziristan, la regione montagnosa nel nord del Pakistan al confine con l'Afghanistan. Un'area quasi completamente sotto il controllo dei talebani che la utilizzano per lanciare le loro offensive oltreconfine. Ieri i droni americani sono entrati in azione tre volte nel distretto di Dattakhel, intorno al villaggio di Inzarkas dove, secondo l'intelligence Usa, si anniderebbero militanti pakistani e stranieri riconducibili alla rete del potente clan Haqqani, che da anni organizza attentati a uomini e mezzi. Il bilancio è di 18 vittime.