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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2010 alle ore 15:38.
Il norvegese Thor Hushovd è il nuovo campione del mondo di ciclismo su strada. Il trentaduenne scandinavo, soprannominato il "vichingo" per il suo fisico (1 metro e 83 centimetri per 82 chili), ha trionfato sul circuito australiano di Geelong battendo allo sprint un gruppetto al termine di un percorso di 262,7 chilometri. Il norvegese ha preceduto in volata il danese Matti Breschel e l'australiano Allan Davis. Filippo Pozzato (quarto) è stato il primo degli italiani, davanti al belga Greg Van Avermaet e allo spagnolo Oscar Freire, tre volte iridato.
«Ho accusato crampi e non sono riuscito a rispondere all'attacco del belga Gilbert - racconta Pozzato - Alla fine è stata una volata di potenza, un tipo di sprint che a me piace. Ma oggi Thor Hushovd oggi aveva una gran gamba. Quello che è mancato a me nel finale. Ma questo è ciclismo, Paolo Bettini è riuscito a ricreare una grande sintonia facendoci rivivere il concetto di gruppo e di Franco Ballerini». E per Bettini si è trattata di «una gara perfetta, anche se il risultato non è arrivato, non c'è nulla da recriminare perchè ognuno ha lavorato come è stato richiesto. Mi sono immaginato una corsa di questo tipo e, infatti, è stato distribuito tutto il potenziale in gara. I miei complimenti a tutti i ragazzi, bisogna riconoscere comunque che esistono gli avversari». L'Italia, comunque, non torna a casa completamente a mani vuote dalla settimana australiana, che ha visto Giorgia Bronzini conquistare l'oro nella sua gara.
Il neo campione iridato Hushovd è stato il primo norvegese a indossare la maglia gialla al Tour, dove in carriera ha vinto già otto tappe. Nella prossima stagione correrà per la Garmin. «È una sensazione fantastica, è dura rendermi conto che sono il campione del mondo - le sue parole - A un certo punto ho pensato che fosse finita quando c'è stata la fuga ma avevamo Boasson Hagen là davanti», e l'aiuto del compagno di nazionale si è rivelato preziosissimo. «Ora ho ancora un obiettivo - confessa il neo iridato - Vincere la Parigi-Roubaix. Ma questo è un sogno per me e proverò a godermi ogni giorno del prossimo anno con addosso questa maglia».
L'ordine d'arrivo