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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2010 alle ore 12:35.
La lezione sta finendo. La maestra ricorda ai bambini che sarebbe carino se aderissero a una bella iniziativa ecologica. Si chiama 10:10. L'obiettivo è ridurre le emissioni di anidride carbonica del 10%, per salvare la Terra dal surriscaldamento terrestre. Un impegno da niente: andare in vacanza in treno anziché in aereo, comprare lampadine a basso consumo, piccole cose che possono cambiare il mondo. «Nessun obbligo - dice la maestra -. Quanti di voi sono interessati?». Quasi tutti alzano le mani. Solo due sono disinteressati. «Va bene, non c'è problema», dice la maestra. Suona la campanella.
«Un'ultima cosa, prima che ve ne andiate», dice. Sulla scrivania della maestra, accanto al mappamondo, c'è un aggeggio nero con un grande bottone rosso. La maestra lo preme. Bum. Bum. I due ragazzini esplodono, come in un attentato terroristico. I compagni urlano per l'orrore. Il sangue imbratta le divise bianche. I brandelli dei corpi si spiattellano sui banchi. È la nuova frontiera delle campagne ecologiste, a cura del gruppo 10:10, finanziato dal governo inglese, sostenuto dal Guardian. Uccidere un inquinatore non è un reato. La scena splatter si ripete in un ufficio, in un campo di calcio. «Nessun obbligo», ma stessa esplosione, stesso spargimento di sangue, stessa imitazione di un film di Tarantino. Ironia pochina.
Il Daily Telegraph ha parlato di «eco-fascismo». L'Atlantic Monthly ha definito l'iniziativa «una via di mezzo tra una vendetta veterotestamentaria e un ambientalismo new age rivisti da Quentin Tarantino». I capi di 10:10 si sono scusati, il video è stato ritirato. Lo sceneggiatore è Richard Curtis, l'inventore di Mr. Bean, regista e produttore di commedie britanniche di successo. Tra i protagonisti il calciatore Peter Crouch e l'attrice Gillian Anderson (esplode anche lei). Musica dei Radiohead.
L'obiettivo era far tornare la questione ambientale al centro del dibattito. Ironia per ironia, avrebbero potuto affidarsi all'ultimo messaggio audio attribuito a Osama Bin Laden. Qualche giorno fa, il terrorista islamico si è scagliato contro chi non riduce i gas serra: «Parlare di cambiamenti climatici non è una questione intellettuale - ha detto Osama o chi per lui -. Tutti i paesi industrializzati, in particolare i più grandi, sono responsabili della crisi del surriscaldamento globale». Bum. Bum.