Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2010 alle ore 08:02.
MILANO
Si chiama esperimento giudiziale ed è la ricostruzione simulata e disposta dalla Procura di un delitto, rimasto in questo caso fortunatamente incompiuto. È quanto avvenuto ieri sera in via Monte di Pietà 19, a Milano, nel condominio dove vive il direttore di Libero Maurizio Belpietro, contro cui si ipotizza un agguato nella notte tra il 30 settembre e il 1° ottobre, da un uomo armato di pistola messo in fuga dall'agente di scorta, Alessandro N., unico testimone dell'accaduto. In base al racconto dell'agente, un attore ha impersonificato l'attentatore, si è ritrovato di fronte al poliziotto, gli ha puntato contro una pistola e poi è fuggito. Importante, per gli inquirenti, è proprio la ricostruzione della fuga, che sarebbe avvenuta nel giardino ornato di piante e scavalcando un alto muro di cinta.
I pm Graziella Pradella e Ferdinando Pomarici, che indagano per tentato omicidio e porto illegale d'arma, stanno valutando ogni ipotesi. Per ora la versione di Alessandro N. non ha trovato riscontri oggettivi: la telecamera condominiale non avrebbe ripreso niente, nel palazzo non ci sono tracce di una fuga rocambolesca e i vicini di casa ritengono di non aver visto un uomo con caratteristiche simili a quelle dell'identikit realizzato dalla Digos.
Dell'agguato a Belpietro si è parlato anche nell'incontro in Prefettura, durato circa due ore, con il ministro dell'Interno Roberto Maroni e il prefetto Gian Valerio Lombardi. Al termine né il ministro né il prefetto hanno incontrato i giornalisti; Maroni ha poi dichiarato che è stata fatta una «verifica della situazione per studiare le misure per far dormire sonni tranquilli a tutti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA