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Lazio: Pdl batte Pd sulle presenze

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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2010 alle ore 17:54.

I deputati eletti nel Lazio, in questi primi due anni e quattro mesi delle XVI legislatura, hanno disertato poco meno di una votazione elettronica su cinque (il 18,4% per la precisione). Con i componenti del Partito democratico in media meno presenti del Popolo della libertà (78,2% delle presenze, contro 85,6%). Per i senatori, le assenze sono inferiori al 10 per cento, e anche in questo caso la formazione guidata da Pierluigi Bersani (87,9% di presenze) si comporta peggio di quella di Silvio Berlusconi (94,1%). È questa la fotografia che emerge di dati riportati sui siti di Montecitorio (aggiornati ad agosto 2010) e Palazzo Madama (al 28 settembre 2010).

I risultati in media migliori del Senato rispetto alla Camera dipendono però anche dai diversi metodi di calcolo delle assenze per malattia. Mentre a Montecitorio il sistema di voto non rivela se la mancata votazione sia dovuta a motivi di salute o altra causa giustificata, a Palazzo Madama sono "giustificati" i congedi per motivi di salute. Per quel che riguarda i comportamenti diversi tra Pd e Pdl bisogna considerare anche i ruoli: quando c'è un'ampia maggioranza, l'opposizione è meno incentivata ad essere presente. Non è un caso che la scorsa legislatura era il centrosinistra ad essere più partecipe.

L'onorevole eletto nel Lazio che ha pigiato di meno il pulsante (35,2%) è Mario Baccini (Pdl): «Scelgo di partecipare alle votazioni – afferma Baccini – senza andarmi a giustificare con certificati medici. Il valore di un parlamentare non si misura sul suo numero di votazioni, ma sul lavoro che svolge dentro e fuori le istituzioni. Spesso un deputato non sa neanche su quale argomento si esprime. Io sono uno di quelli – aggiunge – che ha rifiutato di mettere le impronte digitali e protesto contro questo sistema che toglie qualsiasi forma di attività intellettuale al parlamentare». Al secondo posto per assenze (38,1%) si piazza Paolo Guzzanti (Gruppo misto - noi sud libertà e autonomia - partito liberale italiano), che motiva i numeri con gravi ragioni di salute: «Sono pronto a fornire un cospicuo dossier, fatto di un ricovero e numerose visite specialistiche al San Carlo di Roma, con relativi certificati scritti dai medici che mi curano in ospedale».

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Tags Correlati: Camera dei deputati | Domenico Di Virgilio | Elezioni | Emma Bonino | Lazio | Mario Baccini | Montecitorio | Palazzo Madama | Pd | PDL | Pierluigi Bersani | Riccardo Milana | San Carlo | Senato | Silvio Berlusconi |

 

Ancora del Pdl è invece il deputato più presenzialista, Domenico Di Virgilio con uno score vicino al 100%. Un risultato ottenuto «nonostante – afferma – mi tolgano qualche voto. La settimana scorsa, per esempio, non ha funzionato il meccanismo elettronico, ma io ero qui. Io non giustifico – aggiunge – chi, nel mio gruppo, è cronicamente assente per motivi personali. Presidino il territorio quando non c'è lavoro d'aula, 4 giorni su 7».

Al Senato il meno presente è Riccardo Milana del Pd (64,9%), che motiva i risultati con due eventi: un grave problema familiare («di cui il gruppo era stato avvisato», precisa) e la campagna elettorale per la regione di Emma Bonino, di cui è stato il coordinatore: «Le mie assenze – sottolinea – si concentrano nell'estate-autunno 2009 e nell'inverno-primavera 2010. Da marzo in poi sono mancato solo 4 volte». Lo stakanovista è invece il senatore Pdl Oreste Tofani (99,8%). «L'impegno nelle istituzioni – conclude – serve a dare credibilità alla politica nei confronti dei cittadini».

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