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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2010 alle ore 21:53.
Silvio Berlusconi accelera su processo breve e intercettazioni: «dobbiamo assolutamente intervenire», ha detto il premier, telefonando alla festa del Pdl di Busto Arsizio. «Abbiamo ereditato un sistema di giustizia civile con tempi inaccettabili», ha detto Berlusconi: «Adesso abbiamo portato avanti l'idea di un processo con tempi certi che hanno chiamato subito processo breve anche se dura sei anni e mezzo. Ma anche qui ora faremo una riforma».
Parlando invece di intercettazioni, il premier ha rilanciato la necessità di un intervento urgente, perché, ha detto, «un paese in cui non ci sia l'assoluta inviolabilità di ciò che uno dice al telefono non è un paese democratico e civile». Berlusconi ha poi ribadito il suo pensiero sul proseguio della legislatura: «Noi andiamo avanti», ha detto. «Vogliono fare invece un governo tecnico per fare una legge elettorale che tolga il premio di maggioranza. Vogliono tornare alla situazione di prima quando c'erano moltissimi partiti e la situazione era ingovernabile», ha aggiunto, confermando la volontà di completare la legislatura e di evitare altre soluzioni che non siano la prosecuzione del lavoro dell'attuale esecutivo.
Berlusconi ha poi detto che attraverso la pubblicazione «Due anni di governo» che verrà distribuito nelle case degli italiani si punta a «far conoscere tutto quel che ha fatto il governo attraverso la realtà dei numeri e non attraverso i falsi di tv e giornali». E ha concluso con una battuta: «Ho l'agenda così piena per gli impegni istituzionali che spesso mi capita di
addormentarmi con la giacca».
Intanto i magistrati alzano la voce. Le «gravissime» dichiarazioni del presidente del Consiglio, scrivono i consiglieri del Csm nella richiesta di apertura di pratica a tutela per il pm Fabio De Pasquale, «minano la credibilità delle istituzioni e rischiano di delegittimare la magistratura tutta».