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I candidati Fli: Albertini a Milano, Raisi a Bologna

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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2010 alle ore 08:05.

ROMA - Mostrarsi, esporsi al grande pubblico degli elettori, far conoscere il proprio simbolo. È la più pressante delle necessità per il neonato soggetto politico di Gianfranco Fini. Ed è a questa necessità che risponde la decisione di Fli di presentarsi con propri candidati al primo turno delle amministrative della prossima primavera. Già scelti persino gli uomini che dovranno correre per la poltrona di sindaco. A Bologna sarà candidato il fedelissimo del presidente della Camera Enzo Raisi, a Napoli si punterà sull'europarlamentare e coordinatore Campania di Generazione Italia Enzo Rivellini, mentre a Trieste la scelta cadrà su Roberto Menia. Quanto a Milano, l'idea è quella di convergere su Gabriele Albertini che si presenterà con una lista civica. Ancora incerto, infine, il candidato che correrà a Torino.


Nei prossimi giorni il coordinatore Adolfo Urso nominerà il responsabile degli enti locali e quello del settore elettorale. Intanto lo stato maggiore di Fli sta già lavorando al simbolo che avrà in primo piano un tricolore stilizzato con su scritto Futuro e libertà per l'Italia. Pronta anche una bozza da usare alle politiche, perché con i tempi che corrono è meglio stare all'erta: in questa variante Futuro e libertà per l'Italia comparirà in un carattere più piccolo e sotto campeggerà la scritta "Fini per l'Italia". La presentazione ufficiale non ci sarà prima della convention del 6 e 7 novembre a Perugia. In vista di quell'appuntamento, il partito lancerà anche un miniconcorso di idee in modo che i simpatizzanti possano concorrere alla messa a punto del marchio. Art director degli eventi che porteranno alla nascita vera e propria del movimento sarà Luca Barbareschi.

Resta poi sempre aperto il nodo risorse. Ieri è tornato a riunirsi il comitato dei garanti che "veglia" sul tesoretto di Alleanza nazionale. All'ordine del giorno c'era la richiesta di fondi da parte dei finiani per il Secolo d'Italia e la questione della gestione, che i berlusconiani vorrebbero più collegiale, degli immobili. Nessuna delle due questioni è stata trattata perché il senatore Francesco Pontone, dimissionario dalla carica di tesoriere e di presidente del comitato di gestione, ha chiesto, a sua garanzia, di presentare lo stato dei conti di An al 30 settembre 2010 e di far bollinare il suo operato da una società di revisione contabile indipendente. Una mossa che serve a metterlo al riparo da eventuali accuse future sull'uso dei fondi del partito, in caso di rissa fra gli eredi di Alleanza nazionale. Tutto è dunque rinviato al 26 ottobre, quando il comitato tornerà a riunirsi.

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Tags Correlati: Adolfo Urso | AN | Bologna | Campania | Elezioni | Enzo Raisi | Enzo Rivellini | Fini per l'Italia | Francesco Pontone | Gianfranco Fini | Ignazio La Russa | Luca Barbareschi | Milano | Secolo

 

Il clima comunque non è dei migliori: ieri Ignazio La Russa non ha avuto parole tenere sulla questione dei finanziamenti al Secolo d'Italia, che è ormai il giornale dei finiani. «Non credo che il Secolo abbia debiti, ma l'anno scorso da An ha avuto qualcosa come 8 miliardi di vecchie lire, 3,6 milioni di euro. Insomma, per vivere ha bisogno di costi eccessivi».

E poi la stoccata finale: «Ritengo che un giornale - dice La Russa - debba vivere non con gli "aiutini" ma camminando sulle proprie gambe, finanziandosi attraverso la pubblicità e la vendita di copie». Insomma il nodo risorse minaccia di diventare uno dei più insidiosi nella disputa fra gli eredi di Via della Scrofa.
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