Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2010 alle ore 08:05.
ROMA - Se doveva essere il primo test sulla «lealtà» dei finiani al lodo Alfano bis, è andata bene. Così bene che i berlusconiani già alzano il prezzo e chiedono «agli amici di Fli» di impegnarsi «anche a trovare un rimedio per via ordinaria» che possa garantire a Berlusconi di «governare senza condizionamenti giudiziari». Il che conferma, se ce ne fosse bisogno, che la strategia del "doppio binario" non è stata abbandonata dal Pdl, nemmeno in questi giorni ad alto stress politico e nonostante il niet dei finiani a nuove leggi ad personam.
Il «rimedio ordinario» potrebbe materializzarsi a breve, ma non prima di aver «ridato slancio» alle riforme della giustizia «previste dal programma» e «da tempo allo studio», alle quali sarà dedicato il consiglio dei ministri della prossima settimana: separazione delle carriere e doppio Csm (sul modello del Portogallo), nonché responsabilità civile dei giudici. Non è escluso, poi, che venga ripescato il cosiddetto «piano straordinario di smaltimento» dell'arretrato civile. Ottenuto il via libera dei finiani su questo pacchetto (quasi un secondo test), sarà la volta delle riforme «ordinarie» già presentate ma finite su un binario morto, come processo breve, intercettazioni, processo penale, o semi-morto, come il ddl anticorruzione, che ha appena appena ripreso a dare segnali di vita: e qui il Pdl tenterà di stanare l'alleato per calibrare le mosse successive e decidere se, dove, come e quando giocare la carta del «rimedio ordinario» contro la «persecuzione giudiziaria» del premier.
L'unica cosa certa, al momento, è che da ieri il lodo bis è ripartito in commissione Affari costituzionali del Senato, ottenendo un primo sì da Fli sul testo riscritto dal relatore Carlo Vizzini (Pdl). Un sì politico, spiega l'unico senatore finiano presente in commissione, Maurizio Saia: «Ho parlato con Giulia Bongiorno e siamo d'accordo per il voto favorevole: sarà un sì, ma senza enfasi». A dare battaglia ci sarà tutta l'opposizione, compresa l'Udc, che ha presentato due emendamenti pesanti per introdurre il divieto di reiterabilità dello scudo e la necessità di una maggioranza assoluta per concederlo. Il Pd chiede anche di restringere al premier la possibilità di ottenere la sospensione del processo, perché il capo dello stato è già protetto dalla Costituzione. In generale, le opposizioni preannunciano scintille quando, dalla prossima settimana, cominceranno le votazioni sugli emendamenti («Il lodo non passerà in maniera indolore», avvisa Enzo Bianco del Pd). Il presidente Vizzini non esclude, perciò, sedute notturne, pur rimanendo ottimista: «In commissione non ci sono mai state tensioni né con l'opposizione né nella maggioranza».