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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2010 alle ore 15:59.
Ecco il testo integrale della motivazione con cui il Comitato norvegese per il Nobel ha assegnato il premio per la pace al dissidente cinese Liu Xiaobo. «Il Comitato norvegese per il Nobel ha deciso di assegnare il premio Nobel per la pace 2010 a Liu Xiaobo per la sua lunga e non violenta battaglia in favore dei diritti umani fondamentali in Cina. Il Comitato norvegese per il Nobel ritiene da tempo che ci sia uno stretto legame tra i diritti umani e la pace. Tali diritti sono un prerequisito per la 'fratellanza tra le nazionì della quale Alfred Nobel scrisse nel suo testamento».
«Nei decenni passati, la Cina ha raggiunto risultati economici difficilmente eguagliabili nella storia. Il Paese è oggi la seconda economia più grande del mondo; centinaia di milioni di persone sono state sottratte alla povertà. Anche le possibilità di partecipazione politica sono state ampliate. «Il nuovo status della Cina deve comportare una maggiore responsabilità. La Cina viola diversi accordi internazionali dei quali è firmataria, così come la sua stessa legislazione in merito ai diritti umani. L'articolo 35 della Costituzione cinese sancisce che 'i cittadini della Repubblica popolare cinese godono della libertà di espressione, di stampa, di assemblea, di associazione, di corteo e di manifestazione'. In pratica, è dimostrato che queste libertà sono chiaramente limitate per i cittadini cinesi.
«Da oltre due decenni, Liu Xiaobo è un forte portavoce della battaglia per l'applicazione dei diritti umani fondamentali anche in Cina. Prese parte alle proteste di Tienanmen nel 1989; è stato uno degli autori promotori della Carta08, il manifesto di tali diritti in Cina che è stato pubblicato nel 60/o anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti umani, il 10 dicembre 2008. L'anno successivo, Liu è stato condannato a undici anni di prigione e a due anni di privazione di diritti politici per 'aver incitato alla sovversione contro lo Statò. Liu ha ripetutamente sostenuto che questa sentenza viola sia la Costituzione cinese che i diritti umani fondamentali. «La campagna per promuovere i diritti umani universali anche in Cina è stata intrapresa da molti cinesi, sia nella stessa Cina che all'estero. Attraverso le severe punizioni inflittegli, Liu è diventato il principale simbolo dell'intera battaglia per i diritti umani in Cina».