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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2010 alle ore 12:26.
Ha preso il via prestissimo, quando era ancora buio, la protesta degli studenti contro i tagli alla scuola e le riforme del ministro Gelmini. E non sono mancati i tafferugli con a Milano un funzionario della Digos leggermente ferito all'occhio destro dopo che un giovane gli ha spruzzato del liquido urticante. Momenti di tensione anche a Torino, con lancio di fumogeni e altri oggetti, tra cui bottiglie, contro la polizia, mentre a Verona tre persone estranee ai manifestanti si sono messe a lanciare bengala, fumogeni e uova con all'interno vernice blu contro una filiale di una banca. Subito è scattato l'intervento dei poliziotti per limitare i danni, ma uno degli agenti è stato colpito al volto da una fiammata di un bengala riportando delle lievi ferite.
La mobilitazione - che coincide con quella dei sindacati Usi e Unicobas, che si fermeranno per l'intera giornata, e Flc-Cgil, che incroceranno le braccia per un'ora - è stata aperta con una sorta di blitz davanti al ministero dell'Istruzione.
Gli studenti di Unione degli studenti e Link hanno affisso due striscioni all'ingresso del dicastero di viale Trastevere, spiegando poi il gesto come necessario «per dare il buongiorno al ministro» in una giornata speciale. Sul primo striscione c'era scritto: «8 ottobre, 6.30 del mattino. Voi l'incubo, noi la sveglia». Sull'altro «La paura fa 90... cortei in Italia».
Non si è fatta attendere la replica del ministro Gelmini: «Bisogna avere il coraggio di cambiare. È indispensabile proseguire sulla strada delle riforme: dobbiamo puntare a una scuola di qualità, più legata al mondo del lavoro e più internazionale». Per ottenere questi obiettivi, aggiunge, «stiamo rivedendo completamente i meccanismi di inefficienza che hanno indebolito la scuola italiana in passato. Un lavoro e un percorso difficile, ma indispensabile». E ai ragazzi in corteo ha mandato questo messaggio: «La protesta di oggi mi pare riproporre vecchi slogan di chi vuole mantenere lo status quo, di chi è aprioristicamente contro qualsiasi tipo di cambiamento e crede di usare la scuola come luogo di indottrinamento politico della sinistra».
Le manifestazioni contro la riforma della scuola stanno avendo una «grande partecipazione in tutte le città italiane», sottolinea in una nota l'Unione degli studenti. «A Torino - prosegue il comunicato - stanno manifestando 30 mila studenti, a Bologna 20mila, a Milano 15mila, a Firenze 5 mila e anche nelle città più piccole da Siena a Cosenza, da Catanzaro a Genova si registra la partecipazione di più seimila studenti. A Milano davanti all'ingresso del provveditorato i manifestanti hanno srotolato uno striscione polemico nei confronti dell'introduzione della cultura militare nelle scuole, e hanno posto una sagoma del ministro Gelmini, vestita in abiti militari, che è diventata bersaglio del lancio di uova, rotoli di carta igienica e di qualche petardo. Nella capitale dove il corteo è giunto davanti il ministero dell'Istruzione, si registrano più di 30mila persone. «Una partecipazione così alta - dichiara Stefano Vitale, dell'Unione degli Studenti - è ben al di sopra delle migliori aspettative».