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I tedeschi in South Stream

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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2010 alle ore 08:01.


MOSCA
C'è il sole, quest'anno, e ancora un lago alle spalle mentre Silvio Berlusconi e Vladimir Putin passeggiano nel parco di una delle residenze del primo ministro russo, non lontano da San Pietroburgo. L'ufficio stampa di Putin apre per qualche istante una breccia nel mistero in cui si è voluto circondare il luogo preciso e il programma privato di questa nuova visita in Russia del presidente del Consiglio. Dal mistero emergono così alcuni scatti con Putin e Berlusconi in riva al laghetto, il primo ministro russo con una canna da pesca in mano mentre Berlusconi sorride. Ed emerge - con trascrizione pubblicata sul sito del governo - una parte della conversazione della mattina: le condoglianze di Putin per la morte dei quattro alpini italiani in Afghanistan; la sua convinzione che l'interscambio commerciale tra Italia e Russia tornerà presto ai livelli precedenti la crisi; i progressi di South Stream, infine, il gasdotto che alla fine del 2015 - secondo i piani - porterà gas russo all'Europa.
«Ti ho già parlato - comincia Putin - del fatto che alcune compagnie energetiche tedesche hanno espresso il desiderio di unirsi al nostro progetto. Vorrei sapere che cosa ne pensi». Al momento la costruzione del tratto sottomarino di South Stream - 900 chilometri da posare sul fondo del Mar Nero, profondo più di 2mila metri - appartiene a Eni e al monopolio russo Gazprom, in parti uguali, ma entro fine anno verrà definito l'ingresso dei francesi di Edf, con la cessione da parte di Eni di una quota che non dovrebbe essere inferiore al 10 per cento. South Stream toccherà poi terra in Bulgaria, a Varna, per arrivare in Austria attraverso i Balcani, un sistema di gasdotti e relativi contratti con i paesi via via attraversati.
«Un grande progetto - è stata la risposta di Berlusconi a Putin - al quale l'Italia ha aderito da subito. Per quanto riguarda il coinvolgimento di altri - ha aggiunto - stiamo parlando in particolare della partecipazione di una compagnia tedesca, e io penso che sia un contributo assolutamente positivo». Berlusconi ha accennato al fatto che il contributo tedesco al consorzio sarà utile per superare le resistenze dell'Unione europea, la destinazione finale del gas russo. «Ottimo», ha commentato Putin. L'obiettivo della sua due giorni con Berlusconi, o almeno uno degli obiettivi che si possono immaginare, era stato centrato.

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Tags Correlati: Aleksej Miller | Basf | Eni | Gazprom | Germania | Governo | Italia | Paolo Scaroni | Penisola Balcanica | Russia | Rwe | Silvio Berlusconi | South Stream | Ufficio Stampa | Vladimir Putin | Wintershall

 

L'interesse della Germania per South Stream non è un fulmine a ciel sereno. Ne ha riferito spesso la stampa tedesca da quando - l'estate scorsa - si era parlato di un invito esteso da Gazprom al gruppo Rwe. In seguito, tuttavia, è emerso il nome di Wintershall, del gruppo Basf, già membro del consorzio che sta costruendo Nord Stream, progetto gemello di gasdotto tra la Russia e l'Europa settentrionale. Ed è probabilmente Wintershall la compagnia a cui si riferiva Berlusconi. «Resta qualche problema - ha proseguito il presidente del Consiglio - riguarda il passaggio (del gasdotto) attraverso alcuni paesi». Uno, in particolare, anche se Berlusconi non ha specificato quale: «Dovrò lavorare sul fronte diplomatico per convincerli».
In realtà, una volta confermata l'identità del nuovo socio tedesco, si apriranno anche i negoziati sulla redistribuzione delle quote, e sui volumi di gas che Gazprom fornirà ai partner per la vendita diretta ai mercati europei. Secondo fonti di stampa a Wintershall dovrebbe andare il 10-20% del progetto; in ogni caso la partecipazione della Germania rafforzerà il progetto ai danni di Nabucco, alternativa a South Stream sponsorizzata da Bruxelles perché - escludendo la Russia - punta a ridurre la dipendenza energetica europea dal suo primo fornitore. Due tracciati che alcuni paesi ritengono non in contraddizione l'uno con l'altro: anche Eni, la primavera scorsa, aveva accennato a una complementarietà tra i progetti. Gazprom non aveva gradito: ed è forse questo il motivo per cui ora allarga il cerchio dei soci di South Stream. Tema di un recente incontro a Mosca tra gli amministratori delegati di Eni e Gazprom, Paolo Scaroni e Aleksej Miller.
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