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Una consulenza su tre nascosta al fisco

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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2010 alle ore 08:01.

ROMA
Tra i professionisti che hanno percepito consulenze da oltre 100mila euro, uno su tre le ha nascoste al fisco. E negli ultimi due anni non ha presentato la dichiarazione dei redditi andando a rinforzare le fila degli evasori totali. È quanto emerge da un'analisi mirata condotta dai nuclei speciali della Guardia di finanza sul mondo dei lavoratori autonomi.
I dati, come sottolinea il comandante del Nucleo speciale entrate, Flavio Aniello, sono sbalorditivi «e siamo convinti che si tratti solo della punta dell'iceberg di un fenomeno rilevante di sottrazione di materia imponibile». Lo stupore delle Fiamme gialle, poi, sta proprio nel fatto che l'evasione fatta emergere da una prima campionatura sia di quelle che non richiede particolari e sofisticati comportamenti per celarsi al fisco. Quasi a voler sfidare i "controllori" sulla loro capacità di far emergere i compensi percepiti nell'esercizio della propria attività professionale. «Ma si sbagliano e di grosso. Per noi – spiega Aniello – si tratta di dati inconfutabili e ormai a sistema nelle banche dati dell'amministrazione finanziaria».
Le Fiamme gialle, infatti, hanno fatto ricorso al contrasto di interesse tra sostituti di imposta e contribuenti "sostituiti". In sostanza le Fiamme gialle hanno incrociato i dati comunicati con i modelli 770 da società, organizzazioni di categoria o amministrazioni pubbliche relativi ai compensi erogati negli ultimi anni, con quelli delle dichiarazioni presentate o, meglio, che avrebbero dovuto presentare i soggetti indicati nei 770 come percettori di prestazioni professionali o occasionali.
Dall'incrocio delle informazioni in possesso dell'anagrafe tributaria e sulla base di specifici indicatori di rischio il Nucleo speciale si è concentrato, in questa prima battuta di caccia, sulle consulenze "più ricche", sopra i 100mila euro. Così, selezionando un campione di 1.500 soggetti – su un panel di 100mila posizioni tutte da sottoporre a verifica – ben 400 sono risultati "positivi" come evasori totali.
Posizioni, queste, per altro già riscontrate sul campo dai reparti operativi con la notificazione dei processi verbali di constatazione. Va detto che poco più del 10% di questi contribuenti avrebbe già opposto alle Fiamme gialle le dichiarazioni dei redditi presentate e che però a "sistema", magari anche perché non ancora inviate dagli intermediari incaricati, non risulterebbero presenti. Ma attenzione, sottolinea ancora Aniello: anche nei confronti di questi soggetti che hanno la "pezza" d'appoggio le Fiamme gialle «hanno comunque avanzato contestazioni per comportamenti errati nei confronti del fisco».

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Tags Correlati: Fisco | Flavio Aniello | Guardia di Finanza | Lazio | Pubblica Amministrazione

 

Sebbene gli evasori totali siano stati individuati tra le più disparate categorie professionali e di lavoro autonomo, le professioni più infedeli al fisco risultano essere state quelle di medici, ingegneri e geometri (15% dei controlli), seguiti dagli avvocati (11%) e dagli architetti (6%). Con percentuali più basse ci sono poi giornalisti, psicologi, analisti clinici, attori e lavoratori dello spettacolo, intermediari del commercio e consulenti di azienda. E dall'indagine tra chi ha nascosto consulenze d'oro al fisco emergerebbero anche dottori commercialisti e consulenti del lavoro. A livello territoriale, l'evasione si annida principalmente nel Lazio, Lombardia e Campania.
I risultati conseguiti dai reparti operativi, per altro, testimoniano come il filone individuato possa rivelarsi un vero e proprio giacimento. Dalle contestazioni avanzate ai 400 evasori totali sono emersi 158 milioni di euro non dichiarati ai fini Irpef. Una cifra enorme che se divisa per i soggetti risultati positivi ai controlli farebbero ipotizzare consulenze medie da 395mila euro.
Al recupero di maggiore imponibile Irpef si aggiungono oltre 23 milioni di Iva evasa. Per 30 professionisti e autonomi stanati, poi, è scattata anche la denuncia per reati tributari. E il bottino non è finito qui. In alcuni casi i reparti operativi hanno riscontrato nei confronti dei professionisti selezionati dal Nucleo speciale le presenza di una struttura operativa, tale da giustificare l'assoggettamento a Irap dell'attività professionale esercitata. In questo caso il recupero di maggiore imponibile dell'imposta regionale si è attestato a 81 milioni di euro.
Questo è solo l'inizio dell'operazione battezzata dal Nucleo speciale entrate, non a caso, «Income zero». Al momento, sottolinea il colonnello Aniello ci siamo concentrati sugli evasori totali su un campione di 1.500 posizioni ritenute a rischio. Ma nel mirino ci sono tutti e 100mila i professionisti e lavoratori autonomi selezionati. Dopo gli evasori totali sarà il turno dei cosiddetti "incapienti", ovvero «coloro che si dichiarano al fisco ma magari "dimenticano" di esporre in dichiarazioni lauti compensi». Non solo. Nel gruppo da verificare a tavolino e poi accertare sul campo ci sono anche pensionati e dipendenti «che hanno percepito compensi da consulenze anche occasionali, ma non presenti in dichiarazione». Una "dimenticanza" che può ora costare anche molto cara.
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«Income zero»
400
Verifiche eseguite
324
Evasori totali
30
Reati tributari
158,5 milioni
Imposte dirette non dichiarate
23,8 milioni
Iva non dichiarata
81,9 milioni
Irap non dichiarata
L'INCROCIO DEI DATI
Il sistema usato dalla GdF
L'operazione "Income zero" su professionisti e autonomi è solo una delle ultime messe in atto dal Nucleo speciale entrate della Guardia di Finanza. Nucleo dedicato esclusivamente all'analisi e all'incrocio dei dati disponibili nelle differenti banche dati del fisco o delle altre amministrazioni pubbliche. Una volta elaborato il progetto a tavolino e verificata la sua fattibilità, l'azione mirata sui contribuenti selezionati passa sul campo ai reparti operativi che vanno a constatare e a contestare, a colpo sicuro, l'evasione fiscale. Di seguito i progetti portati a termine o replicati per i successi conseguiti
Pandora 4
Per la quarta volta la GdF ha incrociato i dati tra le dichiarazioni di "inizio lavori" di chi intende effettuare lavori di ristrutturazione edile, i bonifici bancari con i quali hanno pagato le ditte e le dichiarazioni dei redditi di queste ultime. Per la quarta volta i risultati sono rilevanti. Il progetto Pandora 4, che termina a novembre, ad oggi consolida 704 milioni di euro di materia imponibile sottratta a tassazione; 95 milioni di Iva non versata; 415 milioni di Irap non versta e 1.505 evasori totali su 2.568 controlli eseguiti
Sponsio e Plutone
Sono stati avviati due piani nazionali contro evasori totali che effettuano cessioni intra ed extra Ue (compreso verso San Marino) e che, in alcuni casi, utilizzano false dichiarazioni di intento. Progetto Sponsio: 165 milioni di base imponibile da recuperare a tassazione e 52 milioni di maggiore Iva da versare. Progetto Plutone: 46 milioni di base imponibile imposte dirette; 4 milioni di Iva.
E-commerce
Terminata la prima fase di un progetto nel settore del commercio elettronico per individuare chi sfrutta la rete con caratteristiche di imprenditorialità, in evasione di imposta. Progetto e-commerce: 40 milioni di imposte dirette; 7 milioni di Iva. Dopo aver colpito i "business to consumer", la GdF punta a scandagliare il mondo del "business to business" con la seconda fase del progetto

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