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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2010 alle ore 08:05.
ROMA
Alle ultime elezioni regionali e amministrative emergono candidati ed eletti in «liste gremite di persone che non sono certo degne di rappresentare nessuno». Il presidente della commissione Antimafia, Beppe Pisanu, attacca: «La disinvoltura nella formazione delle liste è molto più allarmante di quella che noi abbiamo immaginato». Poi, però, l'ex ministro dell'Interno solleva una questione istituzionale proprio con i prefetti: 5 di loro per niente e 25 solo in modo parziale avrebbero fornito i dati richiesti dall'Antimafia su candidati ed eletti. Su 90 prefetture interessate nelle elezioni, insomma, un terzo sarebbe inadempiente, fino a spingere Pisanu a ipotizzare una convocazione forzata, se si protrarrà l'assenza di dati. La sollecitazione sarà inviata - con l'assenso di tutti i gruppi parlamentari della commissione - con una scheda «in cui sono indicate le caselle da riempire: le manderemo al ministro dell'Interno e alle Prefetture e noi vogliamo una risposta entro una settimana. Fine. Se non arrivano le risposte vorrà dire che arriverete voi, signori Prefetti a spiegarci in commissione che cosa è successo». Aggiunge Walter Veltroni (Pd): «Non possiamo accettare come commissione di essere presi in giro: sono 7 mesi che dobbiamo assolvere a un impegno e non possiamo. Avendo percorso tutte le vie interne e non avendo avuto una vera risposta dobbiamo rendere nota questa situazione». Le prefetture considerate del tutto inadempienti dall'Antimafia sono Agrigento, Mantova, Messina, Catania e Bolzano. Va ricordato, peraltro, che l'Antimafia ha i poteri di una commissione parlamentare d'inchiesta, in sostanza pari a quelli di un pubblico ministero. È evidente, in questo scenario, lo scontro politico tra Pisanu e Maroni, benchè l'attuale ministro dell'Interno ieri non abbia fatto dichiarazioni. Ha replicato, però, l'Anfaci, l'associazione nazionale dei funzionari dell'amministrazione civile dell'Interno. In una nota del suo presidente, il prefetto Gian Valerio Lombardi, si osserva che «nessuna inadempienza può essere ascritta ai prefetti». E si aggiunge, in sostanza, che le prefetture possono chiedere e fornire notizie sugli eletti, ma non sui candidati, in base all'articolo 58 del testo unico sugli enti locali. Poi, il passaggio più delicato: «L'acquisizione di notizie preventive su cittadini candidati alle elezioni non è prevista da alcuna norma di legge né può essere disposta in via amministrativa, in quanto l'articolo 51 della Costituzione affida solo alla legge - e non a un codice di autoregolamentazione - la fissazione dei requisiti per l'elettorato attivo e passivo». Lo scontro non finirà presto.