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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2010 alle ore 08:02.
Sulla strada già accidentata che porta all'approvazione del ddl Gelmini compare un ostacolo in più: la copertura finanziaria del "salvagente" appena introdotto per i ricercatori. A segnalarlo sono stati ieri i tecnici della Camera. Se ne saprà di più oggi quando dovrebbe arrivare la relazione tecnica del governo. Un passaggio indispensabile per permettere alla commissione Bilancio di esprimere il suo parere e consentire alla commissione Istruzione di inviare formalmente il testo in aula. Dove il provvedimento è calendarizzato per domani. Ma l'ultima parola spetterà alla conferenza dei capigruppo fissata per il pomeriggio. Tutto ciò mentre circola l'ipotesi che il governo opti per un voto di fiducia.
Come confermato dal ministro Mariastella Gelmini, a margine di un'iniziativa contro la violenza, quello «relativo ai ricercatori è un tema fondamentale, uno degli ultimi nodi da sciogliere per poter andare in aula e approvare un disegno di legge di riforma dell'università organico». Il problema riguarda il piano di concorsi in sei anni per 9mila ricercatori inserito la settimana scorsa in commissione su iniziativa della relatrice Paola Frassinetti (Pdl).
Tale modifica costerebbe 1,7 miliardi tra il 2011 e il 2016 e 480 milioni annui dal 2017 in poi. Ma, come ha fatto notare il servizio Bilancio di Montecitorio, non sono disponibili le informazioni necessarie per verificare la correttezza dell'onere indicato». Ferma restando l'assenza della relazione dell'esecutivo, i tecnici della Camera hanno sottolineato che «il Fondo per interventi strutturali di politica economica (che dovrebbe coprire l'esborso di cui sopra, ndr) del quale è previsto l'utilizzo non reca le necessarie disponibilità».
Capire in che modo la norma sarà coperta (o corretta) è un passaggio fondamentale per permettere alla commissione Bilancio di pronunciarsi. Il parere, inizialmente previsto per ieri, è slittato a oggi ma non è escluso che arrivi direttamente in aula. Nel frattempo la commissione Istruzione potrebbe decidere di votare lo stesso il mandato alla relatrice e inviare il testo all'assemblea.
Si arriva così al nodo dei tempi di approvazione della riforma, stante la sessione di bilancio che incombe (su cui si veda altro articolo a pagina 4). Una parola decisiva spetterà alla capigruppo odierna. Nelle ultime ore sta perdendo quota l'ipotesi di prorogare i lavori anche nel fine settimana per arrivare al via libera prima dell'approdo in aula della finanziaria. Laddove stanno crescendo le possibilità che l'esame del ddl Gelmini prosegua all'inizio della prossima settimana. E non è escluso che, qualora i tempi diventassero stretti, il governo possa scegliere di mettere la fiducia sul provvedimento. Per ora è solo una "voce" giunta alle orecchie dell'opposizione e non confermata dalla maggioranza. Ma anche su questo punto se ne potrebbe sapere di più già oggi.