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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2010 alle ore 21:11.

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Michele Santoro apre Annozero: non ho paura delle minacce di essere licenziato (Ansa)Michele Santoro apre Annozero: non ho paura delle minacce di essere licenziato (Ansa)

Nessun problema per la messa in onda delle prossime due puntate di Annozero. È stata formalizzata la richiesta di arbitrato presentata da Michele Santoro contro la sospensione di 10 giorni decisa dal direttore generale, Mauro Masi. Di conseguenza, secondo quanto previsto dall'articolo 7 dello Statuto dei lavoratori, la sanzione disciplinare resta sospesa fino alla pronuncia da parte dell'arbitro.

La tensione resta comunque altissima. Nel pomeriggio Masi ha annunciato il direttore generale Mauro Masi, durante la registrazione della trasmissione di Gianluigi Paragono L'Ultima Parola: «noi non accetteremo l'arbitrato, la Rai andrà dal giudice ordinario, siamo pienamente nel diritto di farlo e agiremo nelle sedi appropriate». Replica del legale di Santoro, Domenico D'Amati: «La sanzione resta sospesa».

Le prossime due puntate di Annozero, che sarebbero saltate qualora la sanzione fosse stata esecutiva da lunedì 18 come previsto, dovrebbero quindi andare in onda regolarmente. L'ultima puntata intanto ha fatto segnare il record stagionale di ascolti con il 23,47% e 6.283.000 telespettatori. La puntata ha battuto la concorrenza in prime time, compreso il programma di Paolo Bonolis su Canale 5: «Chi ha incastrato Peter Pan» è stato visto da 6.095.000 telespettatori con il 22,71%.

Michele Santoro, aprendo la trasmissione di Annozero dopo la decisione del direttore generale della Rai di sospenderlo per dieci giorni, ha detto di non aver paura di essere licenziato e ha ricordato di aver subito molte minacce nel corso della sua carriera, per esempio dalla mafia. «Io lavoro per fare la Rai più forte. Essere cacciato per ignominia per uno che ha la mia storia non è qualcosa di simpatico».

«Noi, caro presidente del Consiglio - ha detto Santoro - non siamo l'opposizione della tv. Siamo il primo programma di informazione della tv italiana e insomma, io l'ho sempre rispettata ma questo è il motivo per cui lei, come si dice, 'non ce vo' stà'. Noi non siamo perdenti, siamo forti e questo è il problema». Il conduttore, dopo aver spiegato di voler comunque lasciare ai giudici, con il ricorso annunciato, la decisione sul suo caso personale, si è rivolto agli abbonati della Rai chiedendo di inviare all'azienda pubblica un appello perché «io non voglio essere punito, senza Annozero». E' importante - ha detto Santoro - per una volta «far vedere quanti siete».

«Io sono un abbonato Rai e non voglio essere punito al posto di Santoro». Questo è quello che Santoro ha chiesto al suo pubblico, durante l'anteprima di Annozero, di scrivere al presidente per evitare la mancata messa in onda di due puntate dovuta alla sua sospensione. «Dovete raccogliere in ogni caseggiato, dove si ascolta Annozero una semplice dichiarazione 'Se dovete punire Santoro punitelo ma non interrompete Annozero'. Nei prossimi giorni vi diremo anche cosa dovete fare con esattezza», ha spiegato ancora Santoro. «Io voglio affrontare da solo i problemi che mi riguardano ma - ha aggiunto - voi avete diritto a non vedere i vostri cervelli ridotti ad un'unica marmellata televisiva. Se noi faremo vedere quanti sono quelli che riconoscono la dignità del lavoro e la diversità del lavoro avremo dimostrato che questa non è solo l'anteprima di Annozero ma di un anno nuovo».

Presenti nella puntata di Annozero dedicata alla crisi economica: il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, l'inviato del Giornale, Stefano Zurlo, e il direttore del Sole 24 Ore, Gianni Riotta.

Sulla decisione di sospensione di Santoro questi sono stati i commenti dei partecipanti alla trasmissione. «Questa sospensione è una cavolata. Se fossi stato il tuo direttore di rete ti avrei dato una strizzata di orecchie e ti avrei portato davanti al direttore generale, ma se questa mediazione non c'è stata vuol dire che questa è una ripicca inutile», ha detto Riotta. «Io mi sarei limitato a un cartellino giallo. Due giornate di squalifica sono una cosa fuori dal mondo. Da utente avrei preferito un'azienda che si fosse tenuta lontana da questi provvedimenti», ha spiegato Formigoni. «Un'azienda normale non decide una punizione che è un'autopicconatura, è come se l'Eni per punire un ingegnere sospendesse per 15 giorni l'estrazione del gas. Questo è autolesionismo», è stato il commento di Bersani. «Ho seguito la Rai da sindacalista del settore per anni, questo - ha affermato Epifani - è un provvedimento senza capo né coda. In trasmissioni come questa ci sono decine di persone con contratti precari, molte pagate a puntata che se non si fa la trasmissione non vengono pagate. Così si colpisce la parte più debole».

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