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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2010 alle ore 07:41.
Sospeso l'iter parlamentare, per la riforma dell'università è di nuovo l'ora delle promesse. A cominciare da quella del ministro dell'Economia Giulio Tremonti che ha assicurato ieri di voler destinare agli atenei «quanti più soldi possibili». Ma a «fine anno». Resta da capire se saranno interamente soddisfatte le richieste dell'Istruzione che da mesi spera di recuperare un miliardo per rimpinguare il fondo di finanziamento ordinario e far partire le novità contenute nel ddl Gelmini, che resterà in stand by a Montecitorio fino alla fine della sessione di bilancio.
Nel precisare che per gli atenei vale lo stesso ragionamento fatto per gli ammortizzatori sociali, durante la conferenza stampa di presentazione a Palazzo Chigi della legge di stabilità, il ministro dell'Economia ha ricordato l'impegno «preso già 15 giorni fa». «Nel decreto di fine anno – ha spiegato il titolare di via XX Settembre – ci sarà certamente lo stanziamento». Interrogato sul vertice avvenuto il giorno prima alla Camera con la collega dell'Istruzione Mariastella Gelmini, Tremonti ha respinto l'ipotesi di uno scontro in atto tra i due dicasteri. Precisando che «ieri sera (mercoledì per chi legge, ndr) c'è stata un'ottima riunione nella quale si è chiarito tutto».
Alla promessa di Tremonti ha subito detto di credere il leader della Lega Umberto Bossi: «I soldi ci sono, alla fine si troveranno. Massima fiducia in Tremonti». Ottimismo a cui è seguito quello del capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: ««Il governo è impegnato nell'attuazione dei cinque punti sui quali ha ottenuto la fiducia. Il tema è sempre il solito: risorse limitate per esigenze ampie. Ma – ha assicurato Gasparri – troveremo risorse e soluzioni, a cominciare dall'università».
Qualche timore in più è stato espresso dai finiani. In una nota congiunta i senatori Pasquale Viespoli, Giuseppe Valditara e Mario Baldassarri hanno chiesto che i fondi vengano inseriti «nelle tabelle della legge finanziaria e non rinviate nell'improbabile calderone del milleproroghe». E sui finanziamenti si è soffermato anche il presidente della conferenza dei rettori (Crui), Enrico Decleva: «Tremonti ci dice che farà il massimo possibile, ma il massimo possibile non è un numero». La linea della Crui – ha ribadito – è che si può tornare a parlare solo quando ci sarà una quantificazione certa delle risorse. Ancora più netta la posizione del Pd. Che attraverso il segretario Pier Luigi Bersani ha ricordato che la riforma deve «cominciare con un investimento e non con un disinvestimento» e ha proposto di reperire le risorse «mettendo a gara le frequenze liberatesi con la transizione al digitale».