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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2010 alle ore 06:39.
In tutto il paese ci sono cantieri aperti ma il vero esempio di come l'Ungheria stia cercando di spazzare via, in un colpo solo la crisi economica è rappresentato dalla maestosa capitale, Budapest. La città è come una ferita aperta dove è possibile osservare il processo di rimarginazione: ogni giorno un piccolo pezzo della trascuratezza degli anni del regime viene spolverato e, sotto lo strato grigio, si riscoprono gli splendidi palazzi dell'Ottocento, quando l'Ungheria dominava l'Europa nella monarchia bicipite con l'Austria.
I lavori di restauro e ammodernamento sono numerosi. Ovunque un esercito di operai lavora a un ponte o a una nuova linea della metropolitana. Un tentativo di arginare la disoccupazione che dal 2008 è sopra l'11 per cento. Proprio questa situazione, paradossalmente, rappresenta un'ottima opportunità per gli investitori: «I prezzi reali – spiega Stefano Accornero, responsabile Tecnocasa per l'Ungheria – sono ai livelli del 2000 e si può contare sulla futura rivalutazione, anche per il previsto ingresso nell'euro nel 2015». «Noi consigliamo sempre di acquistare nei palazzi ottocenteschi del centro ristrutturati perché offrono garanzia di durata nel tempo e mantenimento del valore – specifica Zoltan Szmeses della Capital real estate – qui il prezzo medio è di circa 1.600 euro al mq che possono salire a 2.600 per i palazzi di qualità molto alta con vista sul Danubio».
Nelle zone centrali è comunque possibile comprare in un ampio range di prezzi, da 500, edifici e appartamenti non ristrutturati, fino a 3mila euro al metro quadro, a seconda della posizione e alle condizioni della proprietà. È bene ricordare che prima del 2008 i prezzi qui superavano i 4mila euro. «Al momento i prezzi sono molto più bassi delle capitali europee, anche di quelle dei paesi confinati – prosegue Szmeses – mentre io credo che in 10-15 anni possano raggiungere quelli di città come Londra». «Nella mia esperienza – spiega Szilvia Zili di Connect Budapest – gli italiani si concentrano soprattutto nel V distretto, il più centrale, ma ci sono ottime occasioni, più economiche a parità di qualità anche nel VI, VII, VIII e in parte del XIII. Per chi vuole investire il mio consiglio è quello di concentrarsi o sul basso livello, da affittare a studenti o giovani coppie, o il più alto, per i top manager delle multinazionali, scordandosi del tutto il mercato intermedio».