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La Russa incontra Petraeus, primi rientri delle truppe italiane già dal 2011

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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2010 alle ore 17:42.

«È sbagliato fissare il giorno, il mese e l'ora». Anche se «il 2011 sarà un anno importante». Lo ha detto oggi il ministro della Difesa, Ignazio la Russa, incontrando il generale David Petraeus, comandante del contingente internazionale Isaf in Afghanistan. «Abbiamo riconfermato la nostra adesione alla strategia che tende a ridare l'Afghanistan al governo legittimo in tempo ragionevolmente breve e abbiamo anche detto che vorremo e pensiamo anche di mantenere nella zona ovest i nostri militari in funzione combat fin tanto che non riusciremo a darla al comando afgano».

«Questo pensiamo possa avvenire già a partire dal 2011 (come ricordato nei giorni scorsi, ndr) fermo restando che la nostra presenza in Afghanistan con gli addestratori sarà comunque continuativa fino alla fine della missione».

La Russa, a una settimana dall'uccisione di quattro alpini italiani in Afghanistan, ha detto che nell'incontro - avvenuto questa mattina presso la sede del Comando della prima regione aerea a Milano e a cui ha partecipato anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni - non si è parlato di exit strategy perché «più che le date abbiamo gli obiettivi. Il nostro è quello di riconsegnare all'esercito afgano il territorio in modo che possano da soli proseguire nell'azione di contrasto al terrorismo, e avviare una fase di normalizzazione di quel territorio. Penso che già alla fine del 2011 diversi distretti della zona ovest potranno essere consegnati agli afgani; Herat è già praticamente pronta».

Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha ribadito che la questione dell'eventuale armamento dei nostri aerei impegnati in Afghanistan con bombe è una questione nazionale. «Non ne abbiamo discusso tanto - ha detto La Russo - perché conosciamo reciprocamente la situazione. La Nato e il comando Isaf prevedono anzi auspicano, che ogni mezzo abbia un armamento completo, quindi si tratta più di una nostra valutazione che faremo da qui a Lisbona».

Quanto al dialogo con i talebani il generale americano, Petraeus ha detto che il presidente afgano Karzai è stato «molto chiaro» sulle condizioni che i talebani devono rispettare per accedere alle trattative con il governo di Kabul». Siamo a favore di questo sforzo - ha detto Petreus a termine di un incontro con il ministro della Difesa, Ignazio La Russa - e lo appoggiamo».

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Tags Correlati: Al Qaeda | David Petraeus | Governo | Ignazio La Russa | Kabul | Leonardo da Vinci | Lombardia | Nato | Roberto Formigoni

 

Il militare ha però ricordato che le discussioni «con i leader talebani più anziani» sono vincolate da alcune regole: «Devono deporre le armi, cessare le violenze, tagliare i legami con Al Quaeda, allontanarsi dal terrorismo internazionale e accettare la Costituzione afgana». Petraeus ha aggiunto che «la riconciliazione» è un elemento fondamentale in ogni negoziato, come dimostrano le esperienze dell'Iralanda del Nord e dell'Iraq.

Al termine dell'incontro con il ministro La Russa, Petraeus si è recato a vedere il Cenacolo di Leonardo da Vinci. «Ho iniziato la mia carriera a Vicenza - ha ricordato - ma pur avendo visitato tutto il vostro paese qui non ero mai venuto. Sono contento di essere in questa città che è la città della squadra di calcio campione d'Europa.

Petraeus ha ricevuto i complimenti di Formigoni. «È una personalità di straordinario rilievo internazionale, di straordinario valore e di grande intelligenza, impegnato in uno dei teatri più importanti del mondo nel quale anche i nostri ragazzi sono impegnati per difendere la libertà e la democrazia, e per contrastare il terrorismo che è una delle più grandi minacce esistenti a livello mondiale».

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