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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2010 alle ore 17:42.
«Mentre il Cancelliere tedesco Merkel mette in soffitta la stagione multiculturalista perchè ha portato più guai che benefici, in Italia c'è ancora qualcuno che insegue questa utopia fallimentare. Se un Paese a forte immigrazione come la Germania ha dovuto prendere atto che il multiculturalismo si è trasformato in un mal concepito senso di rispetto che ha portato a creare ghetti e non ha prodotto integrazione, in Italia assistiamo ad una serie di proposte demagogiche che vanno proprio in tal senso». Lo rileva Isabella Bertolini, coordinatore provinciale del Pdl di Modena e componente della Direzione nazionale del partito.
«Il caso emblematico - dice - è quello della concessione della cittadinanza. La sinistra vuole concedere questo diritto a chiunque. Invece noi del Popolo della Libertà diciamo che per avere questo diritto devi stare almeno dieci anni in Italia e poi dovrai sostenere un esame per dimostrare la conoscenza della nostra lingua, della nostra storia e delle nostre leggi. Solo se ci sono queste condizioni una persona potrà diventare cittadino italiano. Altro che cittadinanza sprint» in chiara polemuica con Gianfranco Fini. Anche nel nostro paese, osserva Bertolini, «abbiamo già visto a quali tragici risultati porta il multiculturalismo e la mancata integrazione.
Con la recente lapidazione della donna pakistana a Novi di Modena, perchè contraria al matrimonio combinato per la figlia, abbiamo avuto la dimostrazione palese dei danni che un'ideologia del genere può generare. Noi avevamo già capito da molto tempo che l'azione per una vera integrazione passa solo dalla volontaria condivisione dei valori contenuti nella nostra Costituzionale. Un'impostazione che è la stella polare delle politiche sull' immigrazione portate avanti dal Governo Berlusconi. Se a sinistra non vogliono darci ragione su un tema così importante come l'immigrazione, perché non decidono di prendere a modello la Germania e riconoscono che è arrivata l'ora di mettere da parte la demagogia e che è necessario fare quello che è più giusto per il nostro Paese? Ammettere di aver sbagliato non è mai disonorevole, perpetuare nell'errore».