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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2010 alle ore 06:37.
NEW YORK. Dal nostro corrispondente
I sondaggi sono rassicuranti ma non bastano: Andrew Cuomo di gran lunga in vantaggio nella corsa per la poltrona di governatore nello stato di New York, 35 punti sul suo avversario diretto Carl Paladino, si è presentato ieri a uno dei dibattiti più curiosi di queste elezioni ansioso e preoccupato dalla possibilità che alcune delle fazioni minori alla sua sinistra potessero raggiungere un'intesa con la destra di Paladino, quanto meno per metterlo in imbarazzo.
Un dibattito, quello di New York, seguito a livello nazionale perché Cuomo, in un momento in cui l'elettorato in tutta America guarda alle novità come alternative allo status quo, mantiene un distacco che lo confermerà nell'anno della protesta, alla carica di governatore.
I dati di un sondaggio del New York Times, rilasciati ieri, sono in effetti molto rassicuranti per Cuomo. Il vantaggio generale contro il suo concorrente diretto, il repubblicano Paladino è di 36 punti, con il 59% degli interpellati favorevoli a Cuomo e solo il 24% favorevoli a Paladino. Una percentuale ben al di sotto della divisione nel voto fra i due partiti nello stato. E sono due richieste più specifiche agli intervistati che ci spiegano come mai Paladino, un controverso outsider, non riesce a far meglio contro Cuomo.
La verità è che questo personaggio alternativo, beniamino dei Tea Party è impresentabile, almeno per i gusti newyorchesi, troppo alternativo, volgare e persino sospetto. Per questo il 59% degli interpellati afferma che Paladino non ha né il temperamento né la personalità per essere un buon governatore. E il 55% dice che non ha l'esperienza per trasformarsi da uomo d'affari impegnato in operazioni di medio cabotaggio nelle regioni settentrionali dello stato in governatore dello stato.
Il dato più rassicurante per Cuomo che si è addestrato segretamente con l'aiuto del fratello Chris, uno dei più celebri giornalisti televisivi in America con la rete Abc, è un'adesione del 59% degli interpellati quando si è trattato di dire se era adatto a guidare lo stato di New York. Comunque sia, al dibattito di 90 minuti, c'è stato spettacolo. Oltre a Paladino, al podio, fra i candidati in corsa, c'era la signora Kristin Davis, una ex tenutaria di bordelli, quella che forniva le ragazze all'ex governatore Eliot Spitzer, schierata su una piattaforma molto originale, di sinistra, ma che potrebbe essere anche libertaria sociale: chiede la liberalizzazione della marijuana, della prostituzione e dei matrimoni fra gay. C'era anche Charles Barron, un ex membro del movimento Black Panthers democratico che corre per il Freedom Party, una costola separata del partito a New York e c'era un ex attore, esperto di karate, attivista antiaffitto e investigatore privato. Gli altri candidati rappresentano il Constituion Party (a destra dei Tea Party), i libertari, gli indipendenti e il Working family party, uno dei più organizzati nello stato, di estrema sinistra.