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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2010 alle ore 19:12.
Evitare la terza caduta di fila e, magari, fare un pensierino alla vittoria, che sarebbe la prima in Coppa del mondo. Lo spirito di Manuela Moelgg è quello giusto alla vigilia di Soelden, dove sta per andare in scena l'antipasto del Circo bianco 2010-2011 sul ghiacciaio del Rettenbach (sabato gigante femminile, domenica quello maschile). Lo sci azzurro deve ripartire così, con coraggio e umiltà. L'anno scorso in Austria ci fu il podio della Karbon (che vanta l'unico successo italiano su questa pista, nel 2007) e il quarto posto di Blardone, tanto per illuderci su una stagione invece deludente. La Moelgg finì fuori nella seconda manche, come nell'ottobre 2008, emulata il giorno successivo dal fratello Manfred. Pessimo inizio solo in parte riscattato nelle altre gare. Meno male che abbiamo salvato la faccia olimpica con l'oro di Giuliano Razzoli, fresco atleta dell'anno Fisi 2010.
Sei incognite per gli azzurri
Non bastano le dita di una mano per contare le incognite che pendono sugli azzurri. Ce ne sono almeno sei. La prima è ovvia: a Soelden sarà come giocare alla lotteria, perché il clou della stagione è ancora lontano e gli atleti stanno scaldando i muscoli. La seconda incognita è sui possibili protagonisti. La bestia nera degli ultimi due anni è la mancanza di continuità: tanti sciatori sul podio ma nessuno in grado di agguantare una Coppa di specialità, figuriamoci quella assoluta. Lasciando ogni speranza di trovare un campione stile Tomba, potremmo cercare di vincere di più in slalom e gigante, lanciando i Razzi vecchi e nuovi (Razzoli, ma anche Max Blardone, i fratelli Moelgg, Davide Simoncelli e Denise Karbon per citarne qualcuno). Nelle discipline veloci c'è Werner Heel che scalpita, oltre a Peter Fill e Christof Innerhofer da recuperare dopo una stagione deprimente, condizionata dagli infortuni e dalla mancanza totale di lucidità.
Terza incognita: dopo il flop olimpico si era ventilata una rivoluzione delle strategie, puntando di più sui grandi eventi (a febbraio 2011 ci saranno i mondiali a Garmisch). Conquisteremo finalmente un pieno di medaglie, ma pagandone il prezzo in Coppa del mondo? Qui arriva il dubbio numero quattro: la capacità degli azzurri di reggere la pressione psicologica dell'aut aut, o la va o la spacca, perché a fallire una gara secca da medaglia si rimane con la coda tra le gambe. Sorge allora il quinto interrogativo, se riusciremo ad avere benzina sufficiente, nella testa e nelle gambe, per arrivare in fondo lottando sempre per il podio e non per le posizioni di rincalzo. Per finire, ci chiediamo che cosa combineranno i fratelli Moelgg, riassumendo nelle loro ambizioni quelle di tutti gli altri. Manuela vincerà la sua prima gara? Manfred ritroverà la determinazione per provare a bissare la Coppa di slalom del 2008?